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LA CAMERA OSCURA
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Una camera oscura è formata da una scatola di legno o di cartone a perfetta tenuta di luce: al centro da una parte è praticato un piccolissimo foro.
Dirigendo questo forellino verso un soggetto ben illuminato, sulla parte opposta si forma l'immagine, più piccola e capovolta, del soggetto stesso, che possiamo osservare ad esempio attraverso un vetro smerigliato.
Se si allarga il foro e si inserisce una lente convergente (obiettivo), l'immagine proiettata apparirà più nitida e luminosa.
Finalmente, se al posto del vetro smerigliato, sulla parete di fondo si sistema una lastra o una pellicola fotografica, sensibili all'azione della luce, si ottiene una semplice e rudimentale macchina fotografica.
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FORMAZIONE DELL'IMMAGINE
La pellicola è conservata dentro l'apparecchio fotografico nella massima oscurità. Quando, per brevissimo spazio di tempo (ad es: 1/100 di secondo), essa viene esposta all'azione della luce che passa attraverso l'obiettivo, le sostanze chimiche che la ricoprono si "impressionano", formando un'immagine "negativa" del soggetto.
Perché "negativa"?
Perché i sali d'argento contenuti nell'emulsione hanno la proprietà di annerirsi in relazione alla quantità di luce che li colpisce.
Le parti chiare del soggetto riflettono molta luce, impressionano maggiormente la pellicola e quindi risultano più scure.
Al contrario, le parti scure del soggetto riflettono poca luce, impressionano meno la pellicola e perciò risultano più chiare.
Ma l'immagine fissata sulla pellicola non è ancora visibile, perciò viene chiamata "immagine latente".
Per renderla visibile è necessario procedere a due operazioni chimiche, lo sviluppo e il fissaggio, che rivelano e fermano sulla pellicola l'immagine negativa del soggetto.
Finalmente, con l'operazione di stampa, è possibile ottenere una copia "positiva".