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Racconto di una esperienza scolastica
Di fotografia a scuola se ne è fatta sempre pochino, o perchè qualcuno non ha mai saputo apprezzare le funzionalità del mezzo fotografico, applicato alla comunicazione o per mancanza di conoscenze tecniche di altri. Eppure la fotografia a scuola timidamente stava facendo il suo ingresso, soprattutto se si verificavano fortunate coincidenze: docenti "aperti", genitori "sensibili" e "presidi "illuminati".
Sin dai primissimi anni di insegnamento (fine anni '70), essendo stata sempre attratta dalle nuove tecnologie e volendo sperimentare con i miei allievi quello che per me era quasi un mistero: la creazione di una fotografia, ho introdotto questo argomento nei miei programmi scolastici.
Devo dire che "quelle fortunate coincidenze" le ho sempre trovate in tutte le scuole dove ho insegnato, per cui, dopo aver riportato alla luce le polverose camere oscure che erano inutilizzate nelle scuole, ho iniziato la mia avventura.
Mi ricordo "la prima volta".
Mi trovavo nella scuola media "Guzzardi" di Adrano. Non avevo nessuna preparazione tecnica sullo sviluppo delle foto, ma semplicemente avevo conoscenze teoriche su tutto quello che era la fotografia e la macchina fotografica.
Dopo avere fatto le mie lezioni teoriche, ho chiesto ai miei alunni se con me volevano sperimentare lo sviluppo del negativo e la stampa del positivo. Premetto che avevo soltanto letto sui libri le tecniche di sviluppo, che non ero stata in nessun laboratorio, e che avevo una classe difficile con allievi abbastanza vivaci.
Gli alunni erano felicissimi della mia proposta e non stavano sulla pelle per vedere il prodotto finito delle foto che avevano in precedenza scattato.
Io li avevo avvertiti che per me era la prima volta e che non ne garantivo l'esito, ma loro mi hanno tranquillizzata ed incoraggiata!!
Non dimenticherò mai quel giorno!!! E' rimasto sempre impresso nella mia memoria.
Innanzittutto mi ricordo il silenzio, quasi religioso, mentre procedevo con lo sviluppo del rullino.
Quando abbiamo acceso la luce (ricordo che il rullino si sviluppa totalmente al buio), non credevamo ai nostri occhi: si vedevano i fotogrammi uno per uno: è stata una gioia infinita!
Ma il ricordo ancora più bello è stato quando, la volta successiva abbiamo stampato la "prima" fotografia del "nostro" rullino.
Il tutto si è svolto con la luce rossa, per cui riuscivamo a guardarci un po', a vedere l'espressione dei nostri occhi! Occhi splalancati e attenti! Nessuno voleva perdersi "quell'attimo"! Quando è arrivato il momento eravamo tutti con la testa in giù, quasi a volere entrare in quella bacinella con gli acidi per vedere cosa stesse succedendo al nostro cartoncino bianco.
I secondi che passavano sembravano eterni, ma a poco a poco in quel foglio ha cominciato ad apparire il nostro primo scatto. Man mano che l'immagine si delineava, le lacrime scendevano sui nostri visi. Tutto in silenzio, come se anche un piccolo sussurro potesse cancellare quelle forme. Appena ho acceso la luce, c'è stato un grido di gioia. Ci siamo abbracciati tutti, non credevamo ai nostri occhi!!! La nostra creatura era lì, chiara, nitida, pronta per essere ammirata da tutti!!!
Che bella esperienza!!!
Che bravi allievi!!! e pensare che era una classe difficile con alunni particolarmente vivaci!!!!
Non si può capire come si trasformano i ragazzi quando sono interessati e poi con un'attività difficile come quella proposta (tutta al buio)!!! Si sentivano a stento solo i loro respiri perchè anche quelli cercavano di trattenere!!! Che meraviglia!!!!
Questa grande emozione non la dimenticherò mai e con me, penso tutti gli alunni che hanno preso parte a questa bellissima esperienza!!
Da quel giorno la "fotografia" ha avuto un ruolo fondamentale nei mei programmi scolastici.