Negli anni 60, insieme al boom della musica leggera, nazionale o di importazione, con brani che segnavano lo scorrere delle stagioni con la classica canzone invernale legata al Festival di Sanremo e con i successi estivi che uscivano dal Cantagiro, Un disco per l'estate e altro, ci fu un ricco fiorire di balli, di varia tradizione e origine, che hanno cominciato a tenere banco nelle classiche feste in alternativa al ballo del mattone.
Twist, surf, hully gully , shake ... sono gli intramontabili balli degli anni 60, protagonisti delle feste degli anni passati e portatori di tanto divertimento. Sono i ritmi che hanno segnato un'epoca e che hanno scatenato la gioia di ballare in gruppo facendo quasi dimenticare il ballo della mattonella.
Twist
Indimenticabile il twist , dall'inglese “ torcersi ” o “ dimenarsi”, di origine americana e derivazione del rock'n'roll. Il nuovo ballo fu lanciato nel 1961 da Chubbi Checker con "The twist" e "Let's twist again". Come egli stesso spiegò “ballare il twist è come spegnere una sigaretta con i piedi”, ed essenziale e caratteristica è la torsione del ginocchio. Seguirono poi i successi dei Beatles “Please please me" e "Twist and shout", e la mitica "Speedy Gonzales" cantata da Pat Boone. In Italia le canzoni più popolari di twist furono “ Stai lontana da me “ di Adriano Celentano, “Tintarella di luna”, e “Una zebra a pois” di Mina, "Guarda come dondolo" di Edoardo Vianello, e "St. TropezTwist”, e ancora Speedy Gonzales nella versione italiana, cantate con grande successo da Peppino Di Capri.
Hully gully
Negli anni 60 la voglia di ballo a livello internazionale era davvero grande e i generi si moltiplicavano. Trionfò così, anche a casa nostra, l'hully-gully, portato alla popolarità da alcuni celebri brani di Edoardo Vianello: “ Hully Gully in dieci”, “Abbronzatissima” (1963), e soprattutto “I Watussi”, boom dell'estate 1964 e che ancora oggi, nelle sale che onorano i balli anni 60, rimane un richiamo irresistibile ad alzarsi, mettersi tutti in fila e ballare... Del resto l'hully gully fu uno dei primi balli di gruppo.
Surf
Ma dalla California assolata è poi arrivato il surf, il cui nome prende origine dal surfing delle onde dell'oceano (sport di origine polinesiana). Il ritmo del surf e la sua notorietà è legata in primo luogo alle musiche dei Beach Boys. I protagonisti del surf italiano sono stati invece nel 1964 Rita Pavone, con “Datemi un martello“, Catherine Spaak con “L'esercito del surf”, e tanti altri, tra cui ancora Edoardo Vianello con "Tremarella".
Shake
Il '66 fu infine l'anno dello shake, uno scuotimento in libertà, senza passi codicizzati, il padre di quello che poi, con innumerevoli varianti, diventerà il ballo da discoteca. Davvero ognuno per sé. In Italia, a Roma, il Piper ne è stato il luogo sacro. Fra le canzoni italiane più note del periodo , “I ragazzi dello shake”, cantata da Gianni Morandi, e il famoso “geghegè”, lanciato da Rita Pavone nel 1966 nella trasmissione Studio Uno.
Il Ballo di Simone
Frutto tardivo degli anni 60, quando generazioni di giovani cominciavano ad avere meno attenzione per il ballo ed erano attratti da nuovi fermenti, fu il “ Ballo di Simone”, brano cantato nel 1968 da Giuliano e i Notturni, traduzione italiana di "Simon Says", del gruppo americano Fruitgum Co. Un ritmo travolgente che ebbe comunque un grande successo e che ancora oggi trascina ballerini di varie età.
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