da "Curiosità della Storia e della Lingua siciliana
al Libro
"Jù fazzu 'nsoccu mi piaci fari"
Il Libro è stato presentato, giorno 6 Marzo 2015, presso i locali del Museo Emilio Greco di Catania, nell'ambito della manifestazione indetta da Akkuaria "Viaggio tra le vie dell'arte".
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Intendo precisare che quanto scrivo od abbia scritto sull'argomento non ha la pretesa del rigore scientifico. Non sono uno storiografo, né un certosino osservatore del passato, ma semplicemente uno che curiosando su storie e cose espone aiutandosi con la fantasia una realtà che potrebbe non essere quindi completamente veritiera, ma in ogni caso ad essa paragonabile.
Pippo Nasca
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PREFAZIONE
Quando ho chiesto a Pippo Nasca di scrivere delle curiosità sulla nostra Lingua siciliana e sulla Storia della nostra Terra da inserire in una pagina del mio sito web, non se l’è fatto ripetere due volte ed ecco che sono venuti fuori, come per magia, personaggi di un’epoca passata, modi di dire, origini di termini ormai in disuso, riferimenti mitologici, pagani, legati a Santi, espressioni relative a vari comportamenti, curiosità linguistiche e molto altro.
La pagina è stata arricchita, in men che non si dica, da pennellate di aneddoti, considerazioni personali, e notizie storiche.
Anche se asserisce di non essere uno storiografo, Pippo Nasca è sicuramente un certosino osservatore del passato. Le sue curiosità sono dettate dalle conoscenze che traggono origine dalla sua cultura classica, dalla passione per la sua Terra, dal suo modo di vedere le cose, che espone con eleganza e sobrietà, talvolta dettate anche dalla fantasia, una fantasia talmente veritiera che rasenta la realtà stessa.
Una esplosione di fantasia dunque, tra storia e genio, una magnifica illustrazione di nozioni, concetti, avvenimenti, una superba interpretazione della realtà, ora dura e mutevole, ora fantastica e aleatoria, un susseguirsi di sentieri sconosciuti che ci attraggono con tutta la forza della sua sconvolgente originalità.
Dove finisce la storia e inizia la fantasia? Non lo sappiamo. Sappiamo solo che le sue “curiosità” hanno qualcosa di magico che solo la sua penna riesce ad interpretare e a delineare.
Una fonte fluida e godibilissima che ha il privilegio di illustrare curiosità affascinanti che, per noi catanesi e siciliani in genere, costituiscono conoscenze indispensabili per comprendere il passato e il presente di una città e di una Terra che, martoriate da vicende e contrasti, hanno legato il loro destino ai loro figli che hanno sempre scavato tra le macerie, penetrando nel tessuto più profondo per ricavarne l’essenza per una continua rinascita.
“Da noi le pietre parlano” dice Pippo, ma chi riesce a percepire ciò che trasmettono le pietre è solo colui che le ama intensamente, come intensamente ama tutta la sua Terra!!!
(Grazie Pippo per il dono che mi hai fatto!)
Pina Licciardello
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PREMESSA
Secondo il mio punto di vista il linguaggio umano è in continua evoluzione, alla stessa maniera come è in continua evoluzione il pensiero umano ed in particolare lo stesso sentimento religioso.
Anzi possiamo senz'altro dire che l'evoluzione del pensiero umano si ripercuote senza alcun dubbio sul loro linguaggio provocando un'osmosi continua e costante tra le diverse etnie che vengono a contatto. Quando questo reciproco travaso arriverà alla saturazione, si dovrebbe arrivare ad un linguaggio unico tra gli umani. Ma questo non avviene totalmente, perché il pensiero con il progredire della tecnologia e l'acquisizione di nuove scoperte varia indissolubilmente e con una velocità strabiliante.
Se si pensa alla nostra epoca, in cui un certo travaso di termini della cultura tradizionale ha fatto pensare che nell'anno 2050 o giù di lì, si sarebbe ad esempio raggiunto l'osmosi completa tra l'italiano ed i vari dialetti della penisola con il raggiungimento di un unico linguaggio omnicomprensibile, non ha calcolato l'introduzione dei nuovi termini imposti dall'elettronica applicata ed allo sviluppo dei PC.
In ogni caso bisogna però ammettere che sia i dialetti, che le varie lingue sono in continuo ... contagio. Ecco perché il nostro dialetto siciliano non è quello di una volta, poiché ospita facendoli propri, termini prettamente italiani e di altre lingue. Non solo non può parlarsi di un dialetto siciliano unico, poiché esso varia al variare delle località. Sicché il palermitano ha delle cadenze diverse dal catanese ed il nisseno pure. Non parliamo del dialetto siculo-gallico di Piazza Armerina o di Caltagirone.
Qualche linguista (ad esempio il Pitré) ha cercato di stabilire delle regole fisse del parlare siciliano, ma con scarsi risultati. Né c'è da meravigliarsi, poiché le stesse cose avvengono con i dialetti delle altre lingue.
Il primo diretto erede del latino è il dialetto; successivamente è nata la lingua, che altro non è se non un dialetto ... evoluto.
Per restare nell'ambito italiano, il primo dialetto assurto all'onore di lingua ufficiale è quello siciliano, nato a Palermo per l'opera di Federico II, oriundo tedesco, ma siciliano
per nascita ed educazione. Oggi forse parleremmo come Jacopone da Todi e lo stesso Federico II, se non fosse sopravvenuto il movimento di pensiero del Dolce Stil Novo, che impose all'Italia tutta
il dialetto toscano, divenuto lingua ufficiale italiana. Tale movimento letterario fu importantissimo, poiché produsse quei grossi colossi letterari che furono Guinizelli, Dante, Petrarca e
Boccaccio, i quali costituirono le vere colonne della lingua italiana.
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INDICE:
Pag. 7 Prefazione di Pina Licciardello
11 Premessa
13 Alcune curiosità linguistiche.
15 Origini latine di alcuni termini
19 Espressioni con significati diversi
20 Origine mitica di “Culumbrina”
23 Cumpari e cummari di San Giuvanni
28 Modi di dire riferiti a San Giovanni
31 Riferimenti mitologici ai Santi
34 Grifuni e Matta
38 Le falci di Messina e Trapani
40 Riferimenti alla civiltà egizia
42 Sant’Agata
47 Tradizioni legate alla festa di Sant’Agata.
49 Riferimenti ad altri santi
50 Termini riferiti a comportamenti sessuali
54 A Tallara di Catania
57 La sacralità delle corna
59 Ducezio, primo eroe della sicilianità
60 I primi vagiti della Sicilia
63 Ducezio e le prime invasioni
67 Strategia di Ducezio
68 Breve storia di Catania, Cenni sul territorio
71 Fiumi di Sicilia
73 Vecchia ripartizione amministrativa
74 Catania e l’acqua
77 Il primo politico ladrone di Sicilia: Verre
82 Cosi duci e religione.
86 I Giganti prigionieri.
88 Elena Thovez di Scordia
92 Il Dott. Giuseppe Migneco di Augusta
94 A truvatura
98 Giuseppe Schiera di Palermo
101 Pirchì sceccu
102 Petru Fudduni
104 Angioini ed Aragonesi
106 I Vespri Siciliani e Sperlinga
108 Il pozzo di Gammazita
110 Influenza francese sul dialetto siciliano
111 La mafia
116 La giustizia e Carlo V
119 Giufà
121 L’arvulu de’ centu cavaddi.
122 Francavilla di Sicilia
124 Falaride
126 Ribellioni
134 San Filippo a Limina
136 U cuccudrigghiu da Vuccilria
139 I ciumari. Fiume di Nisi
141 Fiumara d’arte
144 La tomba di Minosse
147 I Fasci siciliani
152 Motta Santa Anastasia
155 Le grotte dell’Addaura
156 A piscaria di Catania
159 Curiosità di alcuni ristoranti
166 A Basilissa
169 La Santa Inquisizione e lo Steri di Palermo
173 Bronte alla ribalta
178 La Madonna dell’Adonai di Brucoli
182 Il Volgare Illustre
185 Conclusione
187 Note sull'autore
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Commento degli ospiti:
Ho letto “ ju fazzu ‘nsoccu mi piaci fari “ . Devo riconoscere che la lettura è stata piacevole perché come dice il sottotitolo “ Curiosità della storia e della lingua siciliana “ mi ha dato la
possibilità di ampliare le mie conoscenze della terra che mi ospita ormai da tanti anni (sono pugliese). L'aspetto interessante è che il lettore, man mano che legge vede le immagini evocate dalle
parole. La narrazione ha l'obiettivo di dare delle risposte basate su indagini dettagliate e non in modo superficiale. Ricerche linguistiche storiche e curiosità varie, nate dal fatto stesso di
vivere la “ sicilianità “ con passione e di essere un attento osservatore della realtà. Ho conosciuto Pippo Nasca attraverso il sito di Pina Licciardello, ho letto un po' le sue produzioni e ho
il piacere di complimentarmi con lui.
Rosaria Antonazzo