L'area archeologica di Eraclea Minoa
La zona archeologica di Eraclea Minoa è situata sulla sinistra del fiume Halycos, oggi Platani, su una collinetta che si affaccia sulla lunga e bianchissima spiaggia
di Capo Bianco, coronata da una bella pineta.
La città fu fondata dai Cretesi intorno al II millennio a.C. che la chiamarono Minoa per onorare la morte del re di Creta Minosse, venuto in Sicilia per
raggiungere e uccidere l'architetto ateniese Dedalo, colpevole di aver favorito sua moglie Pasifae, a congiungersi con un toro di cui si era innamorata. Qui Minosse però,
trovò la morte per mano del Re Sicano Caos che aveva dato rifugio a Dedalo. In realtà, nella cultura cretese con il termine Minosse, molto probabilmente, si voleva indicare il
re o forse un'intera dinastia e sembra che i cretesi avessero mire espansionistiche in Sicilia. Il nome Eraclea invece, fu aggiunto in seguito. Le campagne di scavi sono iniziate solo
nel 1950, portando alla luce i resti di antiche abitazioni costruite con mattoni crudi e ricoperte ancora oggi da frammenti di mosaico. La città per la sua struttura viene considerata ideale
per comprendere l'urbanistica delle città ellenistiche e romane.
Particolare rilievo ha il Teatro, costruito alla fine del V sec. a.C., sistemato in una cavità della collinetta, che però appare in cattivo stato di conservazione perchè costruito con
una pietra molto friabile. Si indovina la forma originale della cavea che chiudeva un'orchestra a ferro di cavallo. Un piccolo antiquarium riunisce oggetti provenienti in massima parte
dalla necropoli. Si conserva in buono stato invece, la torre circolare e quella quadrangolare cui è legato un tratto della cinta muraria della zona nord-orientale. Sono in parte visibili anche i
resti della cinta muraria della città costruita tra la fine del VI e la fine del IV secolo a.C., della lunghezza stimata di circa 6 chilometri. A nord-est delle mura si riconoscono
ancora otto torri quadrate. Heraclea Minoaera un importante centro commerciale che basava la sua ricchezza sull'agricoltura, pastorizia e pesca. I terreni fertili producevano cereali,
frutta, uva e olive ed il territorio ricco di boschi forniva legname di ottima qualità, mentre il fiume Halycos, in buona parte navigabile, una grande quantità di pesce. Il territorio
inoltre, era ricco di selvaggina come cinghiali, conigli, istrici e volpi. Si lavorava la palma nana, il giunco e le ristoppie del grano con le quali si producevano gerli e canestri.
Pillole di storia - Come abbiamo già detto, Minoa fu fondata intorno al II millennio a.C. dai cretesi in onore del loro re Minosse morto in Sicilia. Sulle rovine di Minoa,
verso la fine del VI sec. a. C., lo spartano DorieoLacedemone della famiglia degli Eraclidi costruì Heraclea in onore della sua famiglia. Dopo il fallimento della
spedizione spartana di Dorieo in Sicilia, verso la fine del VI sec. a.C., il tiranno di Selinunte Eurileoneoccupò la città. In quel periodo si colloca anche il successo agrigentino su Minoa
che dovette cedere il suo potere ad Akragas (Agrigento) per tutto il V secolo a.C. Tra il 488 e il 473 a.C., Terone, tiranno di Siracusa ritrovò qui la tomba del re cretese
Minosse e restituì subito le sue ossa ai Cretesi. Dal 465 al 473 la città fu occupata dai mercenari siracusani e in seguito liberata dagli agrigentini e dagli stessi siracusani. Fu teatro di
operazioni militari e sottoposta a diverse battaglie durante le guerre puniche. Nel V sec. a.C., scoppiata la guerra tra Cartaginesi e Greci in Sicilia, Minoa fu presa dai Cartaginesi che vi
installarono una base militare, prima della caduta definitiva di Akragas nel 406 a.C.. Nel 277 fu strappata ai Cartaginesi da Pirro e conquistata successivamente
dai Romani nel III secolo a.C. Le ultime notizie di Heraclea risalgono al 70 a.C. durante il malgoverno del pretore Caio Licinio Verre, che portò Heraclea ad attraversare
un periodo di miseria, tanto da indurre Roma ad inviare il senatore Marco Tullio Cicerone per raccogliere elementi di accusa contro Verre. Dopo il 70 a.C. Heraclea aveva perso
ogni importanza strategica e si era ridotta ad un modesto agglomerato urbano privo d'interesse.
Il mito del Minotauro - Zeus assunte le sembianze di un toro, rapì Europa. Dalla loro unione nacquero tre figli, uno dei quali fu Minosse, mitico re di Creta, famoso per il suo senso di
giustizia e per la sua severità. Minosse sposò Pasifae ma la donna si invaghì presto, di uno dei tori di Poseidone. Da quest'unione nacque quindi, il Minotauro, mostro con il
corpo di un uomo e la testa di un toro, che per la sua ferocia venne isolato al centro di un labirinto costruito appositamente dall'architetto Dedalo. Il labirinto di Cnosso era un
inestricabile susseguirsi di camere, corridoi, sale, finti ingressi e finte porte, un luogo dove perdersi e da cui era impossibile uscire. Nel frattempo il figlio di Minosse, Androgeo,
giunse ad Atene per misurarsi con i giovani ateniesi nei giochi tauromachici, ma rimase ucciso dal toro di Maratona. Minosse, per vendicare il figlio ucciso pretese dagli ateniesi che
ogni nove anni venissero sacrificati al Minotauro sette ragazzi e sette ragazze. Fra questi Teseo che con la complicità di Arianna, figlia di Minosse, uccise il mostro.
Storicamente il mito rappresenta probabilmente l'affievolirsi dell'egemonia cretese e l'avvento della supremazia ateniese.