Abitanti: Ericini (31.000 circa)
La cittadina è posta sulla vetta di un monte isolato, all'estremità nord occidentale della Sicilia, e dista 15 km da Trapani.
A 750 m. sul livello del mare, Erice si trova in una splendida posizione panoramica e nelle giornate limpide è possibile individuare l'Etna
all'orizzonte: la città si è affermata ormai come una delle principali mete turistiche siciliane.
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Il clima è tipicamente mediterraneo, ma, in considerazione dell'altitudine, è particolarmente freddo in inverno, quando non è insolito che la città
e l'intera cima del monte siano avvolti in un fitto strato di nebbia; in estate diventa piacevole, ma è sempre bene portare con sé un
maglione.
A Erice ha sede il Centro di Cultura Scientifica "Ettore Majorana" che, fondato nel 1963, è un importante catalizzatore di iniziative culturali per
la città ed è divenuto negli anni un polo di eccellenza nel campo della ricerca scientifica a livello internazionale.
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In giro per la città
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Meravigliosa sintesi di arte, storia e paesaggio, la cittadina di Erice conserva praticamente intatto il suo centro medievale,
perfettamente integrato con la morfologia del monte ed armoniosamente fuso con la splendida natura circostante.
L'impianto urbano ha perfetta forma triangolare ed è delimitato sul lato occidentale da mura ciclopiche, interrotte da torrioni e da tre
porte normanne: porta Spada, porta del Carmine e porta Trapani.
A sud-est dell'abitato si trova il bellissimo giardino del Balio, all'interno del quale svetta il castello Pepoli, costruito in età normanna e
largamente modificato nel XIX sec. per essere trasformato in villa.
Risale invece al XII sec. il castello di Venere: una tipica fortezza medievale costruita nell'area ove un tempo doveva sorgere l'antico santuario
di Venere Ericina.
Erice accoglie più di sessanta chiese, alcune delle quali documenti architettonici di grande pregio e preziosa testimonianza storica: tra queste la
chiesa di San Martino, di San Cataldo, di San Giuliano, di San Giovanni Battista.
La chiesa di San Giuliano fu costruita dai normanni intorno all'anno Mille e pesantemente trasformata nel secolo XVII; interessante per la sua
facciata di pietra rosa è adibita oggi ad aula conferenze e centro culturale.
La fabbrica di San Giovanni Battista è riconoscibile dalla sua cupola bianca che svetta isolata all'estremità orientale della città; di origine
medievale, fu ricostruita nel '600 e conserva intatto il portale gotico d'ingresso.
Tra le chiese primeggia la Matrice, dedicata all'Assunta ed eretta nei primi anni del XIV sec. cui si aggiunse successivamente il protiro
gotico davanti allo straordinario portale ogivale.
L'interno è stato abbondantemente rimaneggiato e conserva una Madonna col Bambino in marmo, opera di Domenico Gagini (XV sec.), ed una ancona
marmorea cinquecentesca.
Trecentesco è anche il massiccio campanile isolato della chiesa, merlato ed ornato di bifore e monofore, di chiara ispirazione
chiaramontana.
Il cuore della città è rappresentato dalla piazza Umberto I°, sulla quale si affaccia il Municipio, che ospita il Museo Cordici.
Nell'atrio del museo si trova l'Annunciazione di Antonello Gagini; all'interno collezioni di monete e opere pittoriche e reperti
preistorici, punici e greci, provenienti dalla necropoli ericina. Tra questi la splendida testina di Afrodite (V sec. a.C.).
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Un po' di storia
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Di origine mitica, la città (a quei tempi Iruka) fu abitata dagli Elimi, che costruirono la cinta muraria e vi eressero il tempio dedicato al culto di Venere,
dea della fecondità e dell'amore.
Alcuni storici identificano gli Elimi con i Sicani, altri sostengono che essi provenissero dalle coste Liguri, altri ancora dall'Anatolia dopo la distruzione
di Troia. La città passò alla fine del V sec. ai Cartaginesi e ai Romani con la battaglia delle Egadi (241 a.C.).
Dopo un periodo di decadenza fu ricostruita dagli arabi che la chiamarono Gebel-Hamed e dainormanni per i quali fu Monte San Giuliano.
Nell'antichità Erice fu celebre per il sacro e antico culto pagano di Venere Ericina (Ibla per i Sicani, Astarte per i Cartaginesi, Toruc per i Fenici e poi
Afrodite per i Greci e Venere per i Romani) cui era dedicato un tempio dove si praticava la prostituzione sacra.
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Eventi e manifestazioni
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Gli eventi e le manifestazioni più significative per la città sono in genere quelle promosse dal Centro Ettore Maiorana, che raccoglie ed ospita continuamente
delegazioni internazionali e convegnisti di fama.
Si susseguono i convegni, le conferenze, i laboratori di studio, i workshop, sui temi della ricerca scientifica, animati dall'infaticabile prof. Zichichi che è
l'animatore del Centro Studi.
In quelle occasioni vengono offerti spesso ai partecipanti ai convegni, spettacoli, concerti ed eventi culturali di buon livello, cui anche i non-convegnisti
possono prendere parte.
L'evento culturale più importante della città si svolge invece alla fine dell'estate ed è la Settimana di Musica Medievale e Rinascimentale: un appuntamento fisso
ormai da molti anni per gli amanti della musica antica: in quel periodo i vicoli e le chiese medievali riecheggiano magicamente di musiche recuperate alla memoria
da artisti di fama internazionale.
Un altro appuntamento ormai fisso da un paio di anni è per la città il festeggiamento, insolito, della notte di Halloween (tra il 28 ottobre e il 1° novembre): la
notte stregata che precede il giorno dei Morti, una celebrazione molto radicata nella cultura americana ed in quella anglosassone in generale, ma che da diversi
anni si sta diffondendo anche in Italia.
Per questa occasione tutta la cittadina si mobilita per dar libero sfogo alle più macabre e divertenti fantasie.
La partecipazione è generale: si svolgono rappresentazioni in costume, spettacoli, cocktail, cene a tema, concerti di musica celtica, tutti con un unico tema
portante: l'horror.
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Itinerari e dintorni
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Scendendo dal monte di Erice e proseguendo sulla strada che da Trapani va verso Marsala vi proponiamo un itinerario indimenticabile, tra natura e cultura,
all'interno dello Stagnone, un basso specchio d'acqua di mare, oggi divenuto Riserva Naturale Orientata, per la ricchezza della flora e della
fauna.
Qui il paesaggio di magico incanto è dominato dai mulini a vento (alcuni del '500, completamente restaurati nei loro ingranaggi in legno) utilizzati per la
"cultura del sale marino": uno spettacolo unico e vario in ogni momento dell'anno.
Da giugno a settembre, la raccolta del sale e le distese infinite dei piccoli cumuli, bianchissimi; la quiete solenne del riposo invernale, dominata dai grandi
trapezi di tegole che proteggono il sale; le varie fasi di preparazione della coltura, in primavera.
Anche l'isoletta di Mozia merita una visita: il breve tratto di mare che la separa dalla terraferma, era attraversata un tempo dai carri
pieni di uva tirati da buoi affondati nell'acqua per circa un metro.
La città, di origine fenicia, ebbe grande importanza strategica per le operazioni dei Cartaginesi contro i Greci di Sicilia e fu assediata ed espugnata da Dionisio
di Siracusa nel 397 a.C.
Abbondanti i resti dell'insediamento fenicio su tutta l'isola e ricco di reperti archeologici il Museo ospitato nella villa Whitaker, residenza della famiglia
inglese che si stabilì in Sicilia alla fine dell'800: tra tutti da non perdere la mirabile statua dell'Auriga.
Ancora oggi nell'isola si coltivano le uve da vino che la resero famosa nell'antichità e da qualche anno si è ripresa la produzione di un vino preziosissimo, fatto
con le antiche tecniche fenicie.
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Vademecum di viaggio
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La cittadina, sospesa tra le nuvole, non è mai affollata dai grandi circuiti turistici. Capita spesso quindi, anche in estate, anche durante i fine settimana, di
incamminarsi lungo le affascinanti stradine medievali del borgo, ed essere soli; di sentire i propri passi sull'antico selciato.
Vi consigliamo di visitarla in inverno (ma arrivateci ben coperti) quando la nebbia le dona un'atmosfera veramente irreale, come sospesa nel tempo.
Aggiratevi tra i vicoli acciottolati e silenziosi e i cortili delle case colmi di piante e fiori.
Godetevi il silenzio rarefatto delle chiese e dei conventi.
Il centro cittadino conserva intatto il fascino di antico bordo fortificato, animato da botteghe di artigianato tipico: ceramiche finemente decorate, tappeti
variopinti tessuti a mano.
Non perdetevi la raffinata pasticceria ericina, nata tra le mura dei conventi.
Noi vi consigliamo di fare un salto all'Antica Pasticceria del Convento, in via Guarnotti, una delle più celebri pasticcerie siciliane, dove si gustano i tipici
dolcetti di pasta di mandorla ripieni di cedro candito.
Per la vicinanza con Trapani e il suo porto, a Erice si mangia dell'ottimo pesce ed un insuperabile cus cus (interessante anche nella variante con la carne di
montone, secondo l'originale ricetta araba).
Vi consigliamo di provarlo al ristorante Monte San Giuliano: in estate si può mangiare all'aperto, nel patio fresco e silenzioso, profumato di fiori. Tutto l'anno
comunque una cena qui è una pura esperienza dello spirito.
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