San Vito Lo Capo
San Vito Lo Capo (Santu Vitu in siciliano) è un comune italiano di 4.180 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia.
Il paese è uno dei più famosi luoghi di soggiorno estivo della Sicilia, per la bellezza della sua spiaggia che nel 2011 è stata eletta la migliore spiaggia italiana e l'ottava in Europa.[1]
Storia
Nasce alla fine del settecento, nel territorio demaniale ericino, alle falde diMonte Monaco, nella bianchissima baia posta tra Capo San Vito e Punta Solanto. Tracce dell'epoca paleolitica, mesolitica e neolitica si trovano nelle numerose cavità naturali, un tempo abitazioni, che si affacciano sul mare. Resta avvolta dal mistero l'esistenza di un'antica borgata, Conturrana, una rupe immensa a 500 passi dalla riva staccatasi dalla montagna. Qui, probabilmente intorno alla fine del IV secolo a.C., esistette un piccolo centro abitato.
Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l'attuale Santuario, antica fortezza che nell'arco dei secoli ha subìto numerosi interventi edilizi. La prima costruzione, realizzata intorno al trecento, fu una piccola cappella dedicata a San Vito martire, patrono del borgo marinaro. Secondo una tradizione accettata e riportata da tutti gli agiografi e cultori di storia siciliana, il giovane Vito (di origini presumibilmente della Lucania), per sfuggire ai rigori della decima persecuzione ordinata da Diocleziano (303-304), e alle ire del padre Ila e del prefetto Valeriano, assieme al suo maestro Modesto e alla nutrice Crescenzia, scappato via mare da Mazara, col favore dei venti approdò sulla costa del feudo della Punta, in territorio di Monte Erice, dagli antichi chiamato Capo Egitarso. Qui cominciò a predicare la parola di Dio tra la gente del luogo, in una borgata poco distante dalla spiaggia, chiamata Conturrana.
In nome di Dio guariva gli infermi, quanti fossero colpiti da rabbia o morsi da animali, o compromessi nella salute per un improvviso spavento, scacciava gli spiriti immondi. Ma, a dispetto dei numerosi miracoli operati, la sua opera fu coronata da scarso successo, e si concluse col castigo inflitto da Dio a Conturrana. La credenza popolare ritiene che il giovanetto San Vito, martire al tempo di Diocleziano, sia stato in questo paese non benevolmente accolto, allorquando si era colà rifugiato, accompagnato dai precettori Modesto e Crescenzia. L'inesorabile ira divina si era abbattuta sul paese, seppellendolo completamente sotto una frana, non appena i tre profughi avevano lasciato il centro abitato, dirigendosi verso il mare. Sempre secondo tradizione Santa Crescenzia, voltandosi a guardare la città che crollava, divenne pietra nello stesso punto dove adesso sorge la cappella, alla quale ancora oggi gli abitanti del luogo attribuiscono poteri magici. Per San Vito, invece, seguì una breve dimora nell'Egitarso e, dopo un viaggio attraverso la Sicilia e la Basilicata, il martirio, il 15 giugno del 299.
Col tempo crebbe la fama della chiesa e dei "miracoli" attribuiti al martire Vito e a Santa Crescenzia e così, per accogliere i numerosi fedeli che arrivavano in pellegrinaggio – e, soprattutto, per difenderli da ladri e banditi – l'originaria costruzione andò trasformandosi in una fortezza-alloggio. Tale realizzazione risale alla fine del quattrocento. Fin dall'inizio, il Santuario fu fatto centro di una grande devozione, e la fama dei miracoli che il Santo qui operava varcava anche i confini della Sicilia, richiamando in ogni stagione numerosissimi pellegrini. Anche gli stessi corsari, nemici dichiarati della fede cattolica, avevano rispetto per il Santo e per il suo tempio.
La darsena senza imbarcazioni. In lontananza si scorge il faro.
Nel frattempo aumentavano i pericoli di incursioni di pirati barbareschi, così, lungo le coste dell'isola, cominciarono ad essere edificate numerose torri di avvistamento. Le torri principali erano tre, due sono ancora visibili e sono torre Scieri e torre Isolidda. La terza invece, torre Roccazzo, ubicata sul piano Soprano che si estende ad ovest del paese di San Vito (il luogo fu appositamente scelto perché l'unico atto a garantire la corrispondenza con le altre due torri), venne impietosamente demolita per far posto al semaforo militare nel 1935.
All'inizio del settecento iniziarono a comparire le prime case tutto intorno al Santuario. Alla fine dello stesso secolo, attorno alla chiesa esisteva già un piccolo nucleo di abitazioni. Nasceva così San Vito Lo Capo. Nell'arco dei secoli, la cittadina ha accolto esploratori, viaggiatori e persino commissari governativi che, mossi da curiosità, interessi culturali o militari, misero a punto meticolose ed interessanti descrizioni sulla geografia dei luoghi visitati.
San Vito Lo Capo è una rinomata località balneare, soprattutto per la sua bellissima Costa che si apre in una baia e spiaggia incantevoli con un'acqua cristallina che si tinge di sfumature dall'azzurro chiarissimo al verde e al blu intenso.
San Vito è un paesino tutto bianco sorto intorno alla sua Chiesa Madre nel corso del '700. Fulcro del paese è proprio questa chiesa, dall'aspetto squadrato e massiccio che ricorda la sua nascita come fortezza saracena. All'interno sorgeva una piccola chiesa dedicata a S. Vito (sorta, ove si narra sia vissuto il santo) che, divenuta troppo piccola per accogliere tutti i pellegrini, è stata allargata fino ad inglobare la sua "difesa".
IL CAPO
La strada che da Custonaci si inerpica sul capo, offre belle viste sul Golfo del Cofano. Prima di raggiungere San Vito si vede sulla sinistra una delle torri di avvistamento cinquecentesche così frequenti in questa zona e si costeggia la graziosa cappella di S. Crescenzia (XVI sec.), dalla tipica forma a cuba. Superato San Vito si scorge, sulla sinistra, la vecchia Tonnara del Secco, oggi in disuso, e si raggiunge la solitaria Torre dell'Impiso (non visibile all'andata, ma solo al ritorno) anch'essa di avvistamento. Alla fine della strada si estende la bella Riserva dello Zingaro.
Il Monte Cofano - Riserva naturale, quest'impressionante pizzo calcareo ed il golfo che lo corona offrono un bellissimo spettacolo di scoscese pareti rossastre che si specchiano in un'acqua cristallina. Imboccare la strada che fiancheggia il monte sulla destra, prima di Custonaci. Lungo il fianco roccioso sono state aperte alcune cave di estrazione del marmo Perlato di Sicilia il cui candore contrasta con il colore brunito della roccia grezza. In prossimità delle cave si trova la Grotta Mangiapane (in località Scurati) che ospita al suo interno un piccolo agglomerato rurale completo di cappella e di strada acciottolata. Il fascino di questo villaggio abbandonato, dall'aspetto vagamente messicano (con case squadrate dai colori della terra bruciata), rivive nel periodo di Natale quando vi viene allestito un suggestivo presepe vivente.
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