La città rappresenta un unicum caratterizzato da un intreccio straordinario di preziosi elementi architettonici, urbanistici, paesaggistici
e di splendidi e lussureggianti giardini ricchi di valore archeologico e monumentale.
Esaltata dalla maestosa imponenza dell'Etna, dall'incantevole costa di Capo Taormina e dell'Isola Bella, Taormina fu raccontata così da Maupassant: "se
qualcuno dovesse passare un solo giorno in Sicilia e chiedesse cosa bisogna vedere, risponderei senza esitare Taormina.
E' soltanto un paesaggio, ma un paesaggio in cui si trova tutto ciò che sembra creato sulla terra per sedurre gli occhi, la mente e la fantasia".
Salendo da porta Messina si arriva subito in Piazza Vittorio Emanuele, che corrisponde all'antica agorà e poi al
Foro romano; qui si trova Palazzo Corvaja, una splendida architettura quattrocentesca decorata da finestre gotiche che si aprono sulla
austera facciata e caratterizzata da una bella cornice marcapiano e da un coronamento a merli.
Il portale d'ingresso del palazzo costituisce il più bell'esempio di stile gotico-catalano. Il palazzo oggi è sede dell'Azienda di Soggiorno e Turismo.
A sinistra del palazzo si trova la Chiesa barocca di Santa Caterina d'Alessandria, dietro la quale sono i resti dell'odeon di età
imperiale.
Dalla Piazza Vittorio Emanuele si va verso il Teatro Greco, raggiungibile percorrendo l'omonima via; per grandezza è il secondo in
Sicilia dopo quello di Siracusa.
Il paesaggio che gli fa da sfondo è straordinario, con l'Etna in primo piano e l'azzurro del mare che si confonde con il cielo.
Il complesso è imponente e la sua veste attuale risale per la maggior parte al periodo romano.
La splendida fabbrica è infatti frutto di molte stratificazioni: quando nel VII secolo a.C. cominciarono a sbarcare i primicoloni
greci sul capo di Schisò, esisteva già un teatro o un'ara pubblica di preghiera arroccata sull'altura e d'altronde l'impianto attuale,
rimaneggiato in età imperiale romana, si sovrappone ad un teatro più antico, di età ellenistica, risalente all'epoca di Ierone II
di Siracusa.
Al periodo romano appartiene anche la Naumachia, un vasto prospetto murario lungo 122 m e alto 5 m, sul quale si alternano nicchie di varia grandezza; situato
appena sotto il Corso Umberto aveva il compito di supportare il piano stradale ma servì anche da sistema di raccolta delle acque piovane.
Proseguendo sul Corso si giunge alla Piazza 9 Aprile, con uno straordinario panorama sul golfo: sulla piazza si trova la chiesa di Sant'Agostino, di forme
gotiche, la Chiesa di San Giuseppe, seicentesca, e la Porta di Mezzo con il bell'Orologio.
La piazza è il centro della vita mondana ed è affollatissima soprattutto all'ora dell'aperitivo quando nei suoi bar storici si può incontrare il bel
mondo.
Oltrepassando la Porta si giunge alla Piazza del Duomo, dove si trova anche il Municipio (XVII sec.) e la fontana barocca che reca il
simbolo della città: una figura mitica metà toro e metà donna. Il Duomo di San Nicolò risale al XIII sec. e fu riconfigurato in età
rinascimentale.
Poco prima della piazza si trova sulla destra, in cima a una scenografica scalinata, il Palazzo Ciampoli di origine quattrocentesca.
Siamo giunti all'altro capo del Corso Umberto che termina con la Porta Catania. Qui si trova il Palazzo dei
Duchi di Santo Stefano, uno degli esempi più interessanti dell'architettura civile siciliana dei secc. XIV-XV., oggi sede prestigiosa di
mostre d'arte.
Da qui percorrendo in basso la via Roma si può raggiungere il convento di San Domenico, un bel complesso cinquecentesco, trasformato nel più famoso albergo
dell'Italia meridionale, pur conservando gli arredi e la sistemazione originaria.
Una passeggiata merita infine l'incantevole Villa comunale, dono alla città di una nobildonna inglese. Si trova a strapiombo sul mare, su di un panorama
incantevole, e contiene una ricca vegetazione mediterranea ed esotica. Al centro della villa si trova una bizzarra costruzione in legno, un padiglione che
mescola nei decori lo stile arabeggiante al gusto per le cineserie.
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