Calcedonio Reina (Catania, 4 Febbraio 1842 - 10 Novembre 1911)
Dal padre, Euplio, medico, scienziato e filantropo, fu inviato a Napoli per frequentare la scuola di A. Martelli e l'Accademia di Belle Arti, dove fu allievo di D. Morelli.
Alternava la poesia alla pittura, studiando da solo l’arte e, visti i suoi lavori, Domenico Morelli, lo inserì tra i suoi collaboratori.
Temperamento melanconico e mente versatile, i suoi numerosissimi dipinti incontrarono scarsa fortuna per i motivi tristi che vi erano raffigurati.
Nel 1871 ritornò a Napoli e lo stesso anno fu presente all’Esposizione di Napoli con molti quadri.
Egli partecipò a parecchie esposizioni: alle mostre della Promotrice "Salvator Rosa" dal 1873 al 1904: nel 1873 con Sicut mors caecus; nel 1875 con Cuor malato; nel 1877 con Teclam, acquistato dal suo intimo amico Mario Rapisardi; nel 1880, con Dama bianca; nel 1882 con Amore, che si trova nel Museo Civico di Catania, dove pure è conservato Amore e Morte, esposto nel 1881 a Milano; nel 1888, con Il ragno del chiostro, acquistato da re Umberto I.
All’Esposizione tenutasi a Napoli nel 1877 presentò: Accaduto nel corretto; Miserere; a Torino, nel 1880, Amore e morte; a Roma, nel 1883, Per Montecarlo, andato distrutto; a Berlino, nello stesso anno, alla Prima Esposizione d’Arte Italo-Spagnola, La Tentazione; a Palermo, all’Esposizione Nazionale del 1891-92: Campagne di una volta ed Espiazione; a Milano nel 1897, alla Triennale di Brera, Vendetta.
Oltre che del Rapisardi, fu molto amico del Verga. Pubblicò un volume di poesie, "Canti della Patria".
Sue opere sono visibili presso Banco di Napoli e Galleria Nazionale di Capodimonte(NA) .
A parte un soggiorno a Firenze nel 1871 e il ritorno a Napoli l'anno successivo, il suo percorso artistico si svolse a Catania, dove rientrò definitivamente nel 1893.
Fu artista dalla personalità inquieta e romantica, interessato al gusto per il visionario e alle tematiche del peccato e della morte; adottò uno stile di derivazione morelliana, che con il tempo acquisì connotazioni simboliste.
Benché molte opere siano oggi disperse, la sua produzione è documentata dai cataloghi delle esposizioni, soprattutto da quelli della Promotrice napoletana, dove inviò i suoi quadri quasi ininterrottamente dal 1873 (Sicut mors caecus, L'ultimo verso del salmo) al 1904.
Si trovano in collezioni pubbliche le opere Fidem querit (1884), Il ragno del chiostro (1888, entrambi a Napoli, Museo di Capodimonte), La cucitrice eterna (1886, Catania, Biblioteche Civiche Riunite), Amore e morte (Catania, Museo Civico).
Letterato, poeta e drammaturgo, fu autore di un'autobiografia pubblicata postuma (Giorni passati).
Reina fu molto amico di Giovanni Verga, Mario Rapisardi, Francesco Paolo Frontini, Federico De Roberto e pubblicò il volume di poesie Canti della Patria.
Sue opere sono visibili presso Banco di Napoli e Galleria Nazionale di Capodimonte(NA) .
Per G. Barbera," la sua figura fu tra le più interessanti nel panorama artistico meridionale ".