Perché tanti paesini in provincia di Catania iniziano tutti con il prefisso “Aci”?
Tutto inizia dalla romantica storia d’amore di Aci, un pastorello, e di una ninfa, Galatea.
Il mito racconta che il ciclope Polifemo, che viveva nel vulcano Etna, fosse innamorato perdutamente della ninfa Galatea.
Aci invece era un giovane pastorello che pascolava le sue pecore in riva al mare. Un giorno Aci e Galatea si incontrarono e tra i due sbocciò l’amore.
Polifemo, accecato dalla gelosia, decise di vendicarsi e non appena Galatea si allontanò, prese un grosso macigno di lava e lo scagliò contro Aci scacciandolo.
Galatea pianse tutte le sue lacrime sul corpo martoriato del suo povero amore, tanto che gli Dei si impietosirono e trasformarono il sangue del pastorello in un fiume che, nascendo dall’Etna, sfociava proprio nel tratto di mare dove i due amanti si incontravano.
I nativi nei pressi del piccolo fiume lo chiamano “u sangu di Iaci” dovuto al suo colore rossastro.
Inoltre la leggenda popolare narra che il grosso masso lanciato da Polifemo abbia smembrato il corpo di Aci in nove parti dando origine a nove paesi con il prefisso Aci:
Aci Castello con il castello normanno, Aci Trezza famosa per i faraglioni dei ciclopi e per il libro I Malavoglia di Verga, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci San Filippo, Aci Santa Lucia, Aci Platani e Aci Bonaccorsi.