Emilio Greco (Catania, 11 ottobre 1913 – Roma, 5 aprile 1995) è stato uno scultore, scrittore e illustratore italiano.
Frequentò le elementari nell'ex convento di San Placido e in quel periodo, affacciandosi da una grata dal Palazzo Biscari, osservava incantato i resti delle strutture greco-romane che lo condizionarono nella passione per la scultura antica.
Iniziò tredicenne a lavorare come apprendista scalpellino presso la ditta edile di un architetto locale che si occupava principalmente di restauro e realizzazione di monumenti civici.
Tuttavia la Catania del tempo non riuscì a dargli lo spazio che meritava, in quanto «per i giovani la possibilità di esporre opere d'arte si limitava a qualche rara mostra sindacale (…). Nel volgere del tempo però, anche a Catania le cose sono cambiate. Ora esistono, laggiù, degli Istituti d'Arte e operano delle gallerie private».
Nel 1934 consegue un attestato da esterno presso l'Accademia di Palermo, poi intraprese il servizio di leva nel Regio Esercito. Partecipò ad alcune battaglie coloniali (Africa; Albania...), ma seguì passivamente a Roma gli avvenimenti della seconda guerra mondiale. Nel 1947 risiedette e lavorò assieme ad altri celebri artisti a villa Massimo. L'anno successivo ottenne la docenza ufficiale presso il Liceo di via Ripetta.
Per un breve periodo occupò la cattedra all'Accademia di Carrara nella veste di docente supervisore dal 1952, anche grazie agli indiscussi successi ottenuti. In questo periodo ebbe come allievo il pittore Gualtiero Passani (Carrara 1926) con il quale intrattenne un rapporto di collaborazione.
Ottiene una grandissima popolarità con il monumento Pinocchio e la Fatina (1956) per il paese di Collodi.
Poetico il suo ciclo delle Grandi bagnanti e i suoi ritratti di giovani donne.
È anche autore del Monumento a Papa Giovanni XXIII in San Pietro e delle Porte del Duomo di Orvieto (1970). Nel 1974 il museo
all'aria aperta di Hakone gli dedicò una zona permanente chiamata "Giardino di Greco" (o "Greco Garden").
Proseguì per diversi anni l'insegnamento a Napoli, e poi di nuovo alla capitale dal 1967 al 1975 dove incontra il diciottenne artista kurdo Aziz Fuad. Dopodiché ebbe prima la cattedra all'Accademia di Belle Arti a Monaco, più avanti lavorò a Salisburgo su interesse di Oskar Kokoschka.
Visse per un periodo in Iran, dove fu apprezzato dall'alta dirigenza del paese che voleva servirsene per alcune opere.
Il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo e il Museo Puškin di Mosca gli dedicarono una sala di sculture e opere grafiche. A Catania,
il museo dedicatogli offriva una collezione di numerose litografie e acqueforti.
Fu un assiduo viaggiatore e viene attualmente considerato uno dei più grandi scultori del Novecento.
È sepolto nel Cimitero di Sabaudia.