Michele Rapisardi (Catania, 27 dicembre 1822 – Firenze, 19 dicembre 1886) è stato un grande pittore italiano, esponente del romanticismo.
Pittore versatile, si affermò nel genere storico-letterario, che trattò con intonazioni romantiche.
Per formare il suo talento per la pittura ha dovuto lasciare la sua terra, andando in città come Parigi, Venezia e Firenze, ma il suo pensiero era rivolto sempre alla sua adorata Catania.
Di formazione neoclassica, Michele Rapisardi è grande studioso e ammiratore delle opere di Raffaello e Tiziano. La sua conoscenza personale degli esponenti Macchiaioli, testimoniata dalla frequentazione del Caffè Michelangiolo, non esercita particolare influenza sulla sua arte, tesa alla tradizionale ricerca romantica del bello naturale dettato da uno studio scrupoloso ed esatto della natura e dalla sua imitazione.
I suoi soggetti sono inizialmente di origine storica, in particolare medievale,
(l'amico Telemaco Signorini, artista di spicco dei Macchiaioli lo definisce un “pittore di romanticismo feudale”.
La frequentazione con Auguste Gendron, allievo di Paul Delaroche nel suo soggiorno parigino del 1860 lo conduce a una pittura intrisa di valori sensuali e onirici, che caratterizzano l'ultima fase della sua produzione artistica con il progressivo abbandono del romanticismo storico.
L'opera maggiormente riconosciuta dalla critica, sebbene rimasta incompiuta, è I Vespri Siciliani, tema già molto diffuso (ad esempio, I vespri siciliani di Francesco Hayez) e tratto dal libro "La guerra del Vespro siciliano" di Michele Amari del 1842, che riporta la rivolta del 1282 dei siciliani contro gli angioini. La scena descrive la reazione della folla all'oltraggio subito da una giovane palermitana, che si concretizza nell'uccisione del soldato francese responsabile della violenza e Rapisardi la rappresenta en plein air, alla stregua dei Macchiaioli.
Le sue opere si trovano esposte nel museo civico di Castello Ursino a Catania, nella Chiesa di San Placido di Catania, nella Chiesa Madre di Mascalucia e a Palazzo Pitti di Firenze.
Michele Rapisardi, nel corso della sua produzione artistica, dà vita a soggetti di vario tipo: mitologici, biblici, storici, paesaggi, scene di vita borghese contemporanea, ritratti, nudi di donna, scene di costume. L’artista fa vivere tutti i suoi personaggi rappresentandone egregiamente l’emotività, la spiritualità, il pathos con la resa cromatica, sottolineata dal gioco di luci e ombre, dai toni scuri contrapposti ai chiari.
Ma il soggetto prediletto da Rapisardi nelle sue opere sono le donne. Non a caso è un fine pittore di bellissimi soggetti femminili, colti nella loro psicologia, nel loro essere consapevoli della propria bellezza ammaliante.
Le donne di Rapisardi hanno visi armonici e forme corporee perfette. Tanti sono i soggetti ritratti: Ofelia, Le bagnanti, Le tre Grazie, Le velate, L’odalisca, L’orientale.
L’artista era particolarmente attratto dal personaggio di Ofelia che replica più volte con tante varianti diverse. Rapisardi ne studia l’animo di donna insana che riflette nello sguardo che ammalia e rapisce ogni spettatore.
Al Castello Ursino è custodito il quadro “testa di Ofelia pazza”, datato 1865, uno dei suoi capolavori. La resa dei particolari del viso, lo sguardo rendono quest’opera una delle migliori espressioni della sua arte.
All’interno del Giardino Bellini di Catania, si trova il suo busto, lungo il viale dedicato agli uomini illustri che hanno dato gloria alla città.