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Nell’anno 1693 il tremendo terremoto di Val di Noto rase al suolo Catania (16000 i morti).
Il viceré Uzeda, dovendo affrontare l’emergenza della ricostruzione di 77 città, affidò il compito della riedificazione di Catania al suo vicario, Giuseppe Lanza duca di Camastra.
Fu riutilizzato lo stesso sito per sfruttare le fortificazioni non danneggiate e alla città fu dato un volto tutto barocco, i cui protagonisti furono la fantasia degli scalpellini locali e una schiera di architetti. Primo tra questi l’abate Giovan Battista Vaccarini – allievo del Bernini, nominato architetto di città nel 1730 – che unì l’accademismo romano e la libertà della tradizione. Lo seguirono il suo allievo Giuseppe Palazzotto, Francesco Battaglia che invece approdò a uno stile più sobrio e di grande compostezza formale e Carmelo Battaglia Santangelo, testimone del trascolorare del fastigio barocco.
Il piano del Camastra (redatto nel 1694) prevedeva la creazione di due principali arterie, quella del corso della Cìvita (via Vittorio Emanuele) e quella di via Uzeta (via Etnea), perpendicolari tra loro a formare un angolo retto in piazza del Duomo.
Il tessuto stradale ad assi retti, connesso alle vecchie mura, dava un'impostazione barocca e scenografica alla città.
Porta Garibaldi veniva aperta in asse con il prospetto del Duomo; Porta Uzeda costituiva la conclusione di via Etnea, che incrociando via Di Sangiuliano formava i Quattro canti; via Vittorio Emanuele offriva la prospettiva sui ricchi palazzi della città e sulle prestigiose chiese; piazza Mazzini arricchiva via Garibaldi.
L'impostazione viaria è di tipo romano: cardo e decumano sono l'ossatura principale, ossia via Etnea e via Vittorio Emanuele.
Il piano, inoltre, divideva la città in due parti: quella popolare ad ovest, che aveva prezzi d'acquisto dei terreni scontati di un terzo; quella ecclesiastica e nobiliare ad est, attorno a via Crociferi e alla Civita. Ovviamente, la costruzione delle residenze nobiliari ed ecclesiastiche e delle strade monumentali valorizzava maggiormente la parte est della città.
Sui tracciati medievali, a occidente, nell'antica città alta ove il Teatro romano, l'Odeon, la Rotonda ricordavano ancora un passato prestigioso, si concentravano le povere case.
Un'altra strada, via Di Sangiuliano (ex strada dei quattro cantoni), intersecava la via Uzeta (via Etnea) ad angolo retto, formando con essa i quattro canti. Fu tracciata via Garibaldi in asse con la facciata del Duomo. Furono realizzati il Corso (oggi via V. Emanuele), arricchito dei più bei palazzi settecenteschi e via Crociferi con le più belle chiese, ed innumerevoli edifici ancora.
Uno dei difetti di quel piano regolatore è il non aver previsto ulteriori strade parallele a via Etnea; difetto che oggi crea problemi non indifferenti al traffico cittadino.
Altri architetti furono il toscano Stefano Ittar, il palermitano Antonio Amato e numerosi altri artisti.
Tra i nobili che finanziarono la ricostruzione assume un ruolo fondamentale Ignazio Paternò Castello Principe di Biscari, il quale, oltre che erigere il sontuoso Palazzo Biscari sulle mura antiche, fondò un Museo perche' accogliesse i reperti trovati fra le macerie. La sua pregiata collezione si trova oggi al Castello Ursino. I benedettini realizzarono un'opera eccezionale: la ricostruzione del Monastero di san Nicolò l'Arena, forse il monumento più affascinante della città barocca e sicuramente il più grandioso.
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Per avere una conoscenza approfondita su Catania barocca, vi propongo due itinerari fotografici con didascalie che ho realizzato per i miei alunni allo scopo di far riscoprire la propria città, ma che possono essere utilizzati da chiunque avesse a cuore una conoscenza abbastanza approfondita della città di Catania.
Il primo riguarda Catania medievale e barocca , l'altro completa la conoscenza del barocco catanese. I due itinerari permettono di avere una completa visione degli splendidi monumenti barocchi della nostra città.
1° ITINERARIO FOTOGRAFICO di CATANIA MEDIOEVALE E BAROCCA
2° ITINERARIO FOTOGRAFICO DI CATANIA BAROCCA