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La città del Novecento
Nei primi del Novecento, sotto l'amministrazione di Giuseppe De Felice, si tenta di lanciare un Piano edilizio di risanamento, ma a causa di difficoltà politiche ed economiche il progetto non trova applicazione.
Intorno agli anni trenta e quaranta, con l'interruzione della guerra, nuovi progetti coinvolgono la città.
Si opera lo sventramento del quartiere San Berillo (che sarà portato a termine negli anni '50) e si costruiscono un nuovo
Carcere ed un nuovo Palazzo di Giustizia.
Dopo la guerra, l'edilizia assume in tutta Italia un ruolo di traino dello sviluppo. Negli anni settanta le città triplicano la loro espansione, in rapporto alla città storica,
spesso formando (come è avvenuto a Catania) le odierne scarne periferie e saturando il centro storico.
Le Ciminiere
Tutto contribuisce a rendere questa fetta di Catania, quest’angolo di Sicilia situata a un tiro di schioppo dal porto e dalla ferrovia, un posto incantato. E magiche sono "le Ciminiere" e il centro fieristico sorto a Catania da pochi anni nell’area che proteggeva i ruderi delle antiche raffinerie di zolfo.
Enormi edifici in pietra e mattoni, costruiti tra la seconda metà dell’ottocento e l’avvio del passato secolo rappresentavano l’unico esempio nel meridione di una vera e propria zona industriale.
Poi nel 1945 il definitivo abbandono, uno dei tanti avvenuti con la seconda guerra mondiale. Restarono a far da guardiani, sei spente e cieche Ciminiere su tutte le costruzioni industriali che si estendevano per decine di ettari.
Piazza Giovanni Verga con Fontana dei Malavoglia
Piazza Giovanni Verga è un importante e centrale luogo della tradizione civica catanese.
La piazza, di forma quadrata, è attraversata dal corso Italia che la divide in due parti uguali. Il lato nord è delimitato dal frontale
del Palazzo di Giustizia, quello sud dalla facciata principale dell'hotel Excelsior e i lati est ed ovest da due lunghe vie, che la attraversano e che cambiano nome in corrispondenza di
essa. Al centro della sezione sud della piazza si trova la monumentale Fontana dei Malavoglia.
L'intitolazione alla memoria dello scrittore Giovanni Verga avvenne solo in pieno XX secolo. In precedenza la piazza, del tutto periferica rispetto alla città era
un vero e proprio campo di addestramento militare e portava il generico nome di "piazza d'Armi". La piazza aveva un'estensione maggiore dell'attuale ed era di forma rettangolare. Nei primi anni
del XX secolo venne scelta per allestirvi l'importante "Esposizione agricola siciliana del 1907" e in seguito a ciò la piazza venne ribattezzata "piazza Esposizione" nome rimasto nella memoria
popolare fino a tempi recenti
La fontana dei Malavoglia
La Fontana dei Malavoglia è situata in piazza Giovanni Verga. Comprende un gruppo scultoreo artistico che interpreta stilizzandolo un episodio della celebre opera verghiana I Malavoglia (1881).
La fontana nacque in seguito ad un concorso, bandito dal comune di Catania il 10 novembre 1956, per la costruzione di un grande monumento a Giovanni Verga da apporre al centro della parte sud della piazza, di fronte al palazzo del "Grand Hotel Excelsior".
Nonostante lo scetticismo di molti artisti dell'epoca, prese parte al concorso cittadino anche Carmelo Mendola, uno scultore autodidatta catanese (1895-1976). Il progetto di Mendola convinse la commissione e vinse il concorso.
La realizzazione del complesso scultoreo durò ben diciannove anni.
L'inaugurazione avvenne il 25 ottobre 1975. L'autore, il Mendola, morì poco tempo dopo, nel febbraio 1976, a causa di un'emorragia cerebrale.
Piazza Europa
Piazza Europa cambia look. La consegna alla città, è prevista in primavera, a marzo 2013.
L'obiettivo dei progettisti è quello di non stravolgere la memoria dei cittadini nei confronti di uno dei luoghi a loro più cari, perchè legato ai ricordi da bambini ed al mare, ma di creare un luogo di integrazione sociale, uno "spazio interattivo", che possa essere usato per attività didattiche e laboratori.
Attraversata la strada, invece, un tappeto di verde delimiterà un fazzoletto di città dedicato al relax e al rapporto diretto col mare.
Sotto di esso locali vetrati con vista sull’orizzonte accoglieranno servizi igienici comuni e spogliatoi aperti al pubblico, a
supporto delle attività sportive e ricreative.
Corso Sicilia
Nel 1956 cominciarono i lavori per lo sventramento di S. Berillo e la realizzazione di Corso Sicilia, arteria già vagheggiata nel 1903 dal Sindaco De Felice che aveva proposto di tagliare il quartiere con un rettifilo congiungente piazza Stesicoro con la Stazione centrale.
Il progetto, ripreso nel piano Regolatore Generale del 1934, non fu attuato per lo scoppio della guerra.
Dopo uno studio preliminare del 1949, il disegno definitivo per risanare una zona stimata non più confacente alla aspirazioni di progresso del capoluogo etneo, fatto proprio dal Consiglio Comunale nel 1951, venne approvato dalla Regione Siciliana, come ricordato, nel 1954.
L’anno seguente, furono pubblicate le norme d’attuazione e data la concessione all’ISTICA per la demolizione delle vecchie abitazioni e lo sfruttamento delle aree così liberate.
Nel dicembre 1956, a Piazza Stesicoro, si costruirono strutture provvisorie per alloggiare i commercianti del vecchio quartiere.
Il precedente 17 giugno aveva chiuso, dopo quarantaquattro anni, la Sala Roma, già, Cinema Hall, inaugurato nel 1913, nel palazzo del barone Spitaleri su progetto liberty dell’Ing. Paolo Lanzerotti. Dopo controverse vicende il palazzo, danneggiato dai bombardamenti, fu demolito per far posto al moderno edificio della Rinascente: gli elaborati del nuovo edificio inaugurato l’8 Ottobre 1959, possono essere consultati tra le pratiche della Sezione edilizia dell’Ufficio Tecnico.
Nel 1957 una carica di dinamite cominciava la demolizione del rione S, Berillo sulle cui macerie si delineò il tracciato a
baionetta del Corso Sicilia, i lavori procedettero velocemente: il primo tronco, da Piazza Stesicoro all’ex piazza Massarello fu inaugurato il 2 maggio del 1958. L’arteria fu completata
nel 1962. I rallentamenti connessi all’annosa questione delle aree su corso Martiri della Libertà sarebbero giunti più tardi.