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Catania greca
Katane fu fondata, secondo Tucidide, nel 729 a. C. dai calcidesi di Naxos.
La nuova città greca aveva un'ottima posizione: protetta all'interno del porto e la fertilità della terra bagnata dal fiume Amenano.
La città più antica si disponeva nella zona oggi occupata dal monastero dei Benedettini, (piazza Dante).
Dei monumenti e dell'abitato di età greca non rimane nulla, il continuo sovrapporsi delle colate laviche e la costruzione degli edifici romani e bizantini ha cancellato il ricordo dei primi coloni calcidesi.
La città greca (VIII-III sec.a.C.)
Resti dei primitivi insediamenti nella città del neolitico e dell'età del rame sono stati rinvenuti nel 1978 sulla collina di piazza Dante, proprio dove sorse l'acropoli greca. L'agorà era invece ubicata, con molta probabilità, dove sorse in seguito il foro romano, nei pressi del cortile di San Pantaleone.
Augusto Schneegans
Il teatro antico
“Ma qui in Catania, in questa città animata e commerciale, che vive non solo per il presente, ma anche per l’avvenire, qui ad un tratto l’ antichità addiviene lontana, le reminiscenze greche e romane svaniscono e i nomi degli antichi eroi e degli uomini di stato non dicono più nulla al nostro orecchio.
Un solo eco del passato , e molto affiochito, si fa sentire:sotto uno strato di lava, che ricopre mezza Catania fin dall’anno 1669, rimane seppellito il teatro greco.
La cura di alcuni archeologi scoperse una parte delle gradinate, delle mura di cinta e degli atrii. Al lume delle fiaccole si scende nei sotterranei. Un rivolo d’acqua, coperto di lava e deviato dal suo corso, mormora sotto i lastroni dell’orchestra. Porgete l’orecchio al mormorio di quest’acqua e al sussurro del vento, che passa attraversando quest’atrio!”.
Il Teatro Greco si trova in via Vittorio Emanuele. La cavea era rivolta verso il mare. La facciata era costruita in pietra lavica ancora oggi in parte visibile. La cavea era composta da 9 cunei, ed era divisa da 2 precinsioni ed era rivestita da marmi policromi.
In epoca romana fu rifatto con la tribuna consolare al centro nel cuneo centrale. Una loggia semicircolare coronava la cavea con una serie di archi poggianti su colonne che probabilmente sono quelle che oggi si trovano in piazza Mazzini.
Il Teatro Greco poteva contenere 7.000 spettatori che accedevano ai vari settori delle gradinate attraverso i corridoi detti vomitori, in parte ancora visibili.
Il Teatro serviva per le rappresentanti teatrali, come le tragedie e le commedie.
La sua origine risale al 415 a.C.. Il teatro greco è di forma semicircolare; il rivestimento della cavea e dell'orchestra era di marmo, mentre scale, gradoni e strutture sulle quali poggiavano gli archi erano di pietra lavica. Poteva ospitare settemila spettatori. Serviva per le rappresentazioni teatrali quali le tragedie greche e le commedie. Oggi sono visibili soltanto buona parte della cavea, il margine dell'orchestra e pochi resti della scena.
Gli ambulacri
Agli ambulacri si accede per mezzo dei vomitoria, termine latino che indica le bocche di ingresso interne al teatro.
Il teatro è addossato al versante meridionale della collina dove sorgeva l’antica acropoli di Catania. Gli scavi archeologici di questi ultimi anni (1980) hanno messo in luce: la porta orientale dell’edificio scenico (quella centrale si trova in corrispondenza dell’attuale ingresso da via V. Emanuele), il muro del pulpitum (parte della decorazione architettonica è ancora in posto) e una nicchia sul fronte del pulpitum nella quale venne sistemata una statua di marmo forse di Venere. È stata anche messa allo scoperto una balaustra di marmo che divideva l’orchestra dalla cavea. I sedili, in pietra calcarea, erano, in origine, rivestiti di lastre di marmo, le scale che dividono la cavea in nove cunei sono in pietra lavica. L’alternanza cromatica del bianco e del nero, caratteristica di quasi tutti gli edifici catanesi, conferiva al solenne monumento una preziosità che, oggi, è andata irrimediabilmente perduta. Le gradinate della zona superiore sono state ricostruite dai restauratori che hanno liberato una parte delle abitazioni moderne che insistono sulle strutture del teatro. I muri portanti dell’edificio sono costruiti con un impasto di malta cementizia mista a pietre e tegole fratte; il paramento esterno è formato da grossi blocchi squadrati di pietra lavica.
L’Odéon era un teatro più piccolo del Teatro Greco ed è il monumento, meglio conservato, tanto che qualche volta viene utilizzato. Ha la stessa forma del Teatro Greco, è situato anch’esso in via Vittorio Emanuele accanto al Teatro Greco. E’ più grande dell’Odeon di Atene. Il teatro poteva contenere 1.300 persone e serviva per i cori, i concerti, le prove generali e le conferenze. Lo spazio tra a cavea e il teatro esterno era diviso in 17 ambienti non comunicanti di cui alcuni ancora esistenti. La cavea era possibilmente aperta.
L’Odeon romano
L’Odeon (piccolo edificio destinato all’esecuzione di musiche e di danze) si trova a ovest del grande teatro. E anch’esso soffocato dalle alte costruzioni che invadono interamente la scena e che oggi sono utilizzate per sorreggere il fondale dipinto che viene innalzato durante le manifestazioni musicali estive.
Odéon
La collocazione di un teatro e di un odeon è presente anche in altre città greche e romane; la differenza tra le due strutture consiste principalmente nel fatto che l’Odeon era fornito di una copertura.
Odéon
L’emiciclo dell’odeon è formato da 18 muri che si allargano fino a formare cunei stretti e lunghi all’interno dei quali sono stati ricavati 17 vani ricoperti a volta. L’uso o la funzione di questi vani, che furono restaurati negli anni Sessanta , non è ancora chiara. Il materiale da costruzione è costituito, per la maggior parte delle strutture, dalla pietra lavica; l’orchestra (e cioè lo spazio semicircolare tra la cavea e la scena) è, come si puo ancora osservare, pavimentata in marmo. Come nel teatro si usarono i mattoni e il marmo che, accostati ai neri conci di pietra lavica, conferivano alla costruzione la tipica policromia dei monumenti catanesi.
Odéon
L’orientamento del piccolo edificio è uguale a quello del teatro e cioè verso l’attuale via V. Emanuele; differisce, però, il livello della costruzione, infatti l’odeon si trova all’altezza della parte più alta del teatro e cioè la sommità della collina di Montevergine che costituiva l’acropoli di Catania.
Breve documentario sull'Odeon romano di Catania, realizzato dall'arch. Gaspare Mannoia.
Documentario realizzato nel 2012 dagli studenti del corso di alta formazione in "Esperto in progettazione di servizi per il turismo sostenibile dell'Università di Catania" (all'interno del dipartimento di Scienze della formazione) in collaborazione con il costituendo Parco archeologico greco romano di Catania.