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La città romana (III-II sec. d.C.)
La città antica era ricca di acqua. Al centro della città, al posto della Via Etnea, scorreva un fiume, ora sotterraneo, l’Amenano. I Romani avevano costruito un imponente acquedotto che
convogliava in città le acque provenienti da una sorgente di Santa Maria di Licodia, un paesino ad una ventina di Km da Catania.
La città, ai tempi dei Romani,
ebbe almeno tre complessi termali, di cui il meglio conservato è quello detto della Rotonda, una sala circolare, sormontata da una cupola, che nel corso del VI secolo, fu trasformata in una
chiesa. Sempre in una chiesa erano state trasformate le terme dette dell'Indirizzo, (IV - V secolo d.C.) di cui sono ancora visibili gli impianti di riscaldamento delle acque.
Così come altri monumenti della Catania barocca anche il Duomo fu costruito su parte di un antico edificio romano.
La città romana era impostata sul cardo e il decumano, due assi ortogonali attorno ai quali si ponevano gli edifici pubblici. Essa si estendeva dall'anfiteatro
al circo, posti l'uno a nord e l'altro a sud. Il foro era situato presso il cortile di San Pantaleone, probabilmente sull'agorà greca. E' in questa zona infatti
che è possibile osservare i pochi resti architettonici dell'epoca romana, di carattere monumentale. In zone limitrofe a quella del foro sorgono tuttora complessi termali, come quello di via della
Rotonda e di piazza Dante. In via Vittorio Emanuele sono situati il Teatro antico e l'attiguo Odeon. A nord ed a est
dell'anfiteatro si estendevano le necropoli. Sono stati identificati resti in via Etnea, sotto la Rinascente, in via Ipogeo, in via Sant'Euplio e a sud della piazza S.
Maria di Gesù
I monumenti di Catania Romana sono:
- L’Anfiteatro
- Le Terme Achillee
- Le Terme della Rotonda
- Le Terme dell’Indirizzo
- L’Acquedotto
- La Naumachia, il Circo e il Ginnasio
- Il Foro Romano
- Basiliche
- Monumenti Funerari
L'età romana è senz'altro molto più rappresentata anche dal punto di vista archeologico e monumentale.
Negli ultimi anni sono stati ritrovati, all'interno dell'area del monastero dei Benedettini, ambienti romani con pavimenti, pareti dipinte, mosaici e frammenti di oggetti di uso quotidiano.
I Monumenti di Catania Romana sono:
- L’Anfiteatro
- Le Terme Achillee
- Le Terme della Rotonda
- Le Terme dell’Indirizzo
- L’Acquedotto
- La Naumachia, il Circo e il Ginnasio
- Il Foro Romano
- Basiliche
- Monumenti Funerari
L’Anfiteatro Romano si trova in piazza Stesicoro.
Fu completamente sepolto dalle varie distruzioni.
Fu riportato alla luce dopo gli scavi del 1903. Poteva contenere 16.000 spettatori e come grandezza era secondo dopo il Colosseo.
Gran parte delle mura della città, del periodo Medievale furono costruite con il materiale prelevato dall’Anfiteatro.
In questo Teatro si svolgevano le lotte tra i gladiatori; era formato da 3 settori di gradinate e ogni settori poggiava su ambulacri.
l'Anfiteatro romano
Al centro di piazza Stesicoro si apre una grande trincea che racchiude alcuni resti dell’anfiteatro romano di Catania.
Alla fine del secolo scorso (come documentano numerose fotografie) la piazza era completamente chiusa, anzi, nel luogo ora occupato dallo scavo erano sistemate aiuole ornamentali. I lavori per riportare alla luce l’anfiteatro furono iniziati nel 1904, per volontà del sindaco De Felice che affidò l’impresa all’architetto Filadelfo Fichera, e si conclusero nella primavera del 1906. L’opera fu inaugurata ufficialmente sei mesi dopo e, nel 1907, fu visitata da re Vittorio Emanuele III che venne a Catania per inaugurare l’Esposizione Agricola.
Anfiteatro romano (parte delle gradinate)
Il grandioso monumento romano, uno dei più grandi d’Italia, è nascosto quasi interamente sotto le moderne costruzioni ma è visibile al di sotto del livello stradale dove si conserva il
corridoio che gira lungo il muro del podio; l’estensione dell’edificio interessa molte vie che si irradiano dalla piazza Stesicoro; alcune porzioni dell’alzato della costruzione si possono vedere
in due traverse della via Manzoni (una di queste ha il suggestivo nome di via del Colosseo). Dal punto di vista costruttivo l’anfiteatro è formato da una cavea di 14 gradini divisi in tre ordini
con podio e ambulacri (corridoi coperti) di accesso alle gradinate disposti su tre piani che corrispondevano ai due ordini di arcate esterne e all’attico. La sua circonferenza esterna è di 309
metri, la circonferenza dell’arena è di 192 metri e si è calcolato che poteva contenere 15.000 spettatori seduti e quasi il doppio con l’aggiunta di impalcature per i posti in piedi. Come
principale materiale da costruzione è stata utilizzata, come in altri monumenti romani, la pietra lavica combinata con la malta cementizia e i mattoni; nella piccola porzione di arena che si è
conservata sono raccolti alcuni frammenti decorativi che abbellivano la costruzione. La datazione dell’edificio, ancora incerta, si basa sullo studio e il riconoscimento delle tecniche di
costruzione; in tal senso gli archeologi hanno formulato l’ipotesi che l’anfiteatro di Catania possa risalire alla metà del II secolo a.C. Al tempo di Teodorico il monumento era già in profondo
stato di abbandono; Ruggero il Normanno utilizzò le sue possenti strutture per ricavare le pietre che gli servirono per innalzare la cattedrale. Oggi si possono vedere questi blocchi nella
costruzione esterna delle absidi del Duomo alle
quali si accede da via V. Emanuele 159.
Anfiteatro romano
L’anfiteatro è il monumento in cui si fondono la grandiosità delle dimensioni e l’eleganza e il ritmo musicale delle arcate sovrapposte, marcate dalla ricchezza degli elementi ornamentali. Nel complesso gli architetti romani riuscivano ad ottenere l’effetto di una solennità equilibrata modulata dalle proporzioni che non sono mai esagerate nè in senso orizzontale né in senso verticale. La vasta costruzione, che ha forma ellissoidale, è formata da vari ordini di gradinate che ruotano intorno a uno spazio centrale, da qui il nome di anfiteatro: teatro dove si svolgevano i giochi e gli spettacoli di vario genere. Tra i più richiesti: i combattimenti fra gladiatori, quelli fra uomini e belve feroci e le battaglie navali quando, grazie a complessi meccanismi idraulici, si riusciva a trasformare l’arena in una grande piscina piena d’acqua.
Pianta dell'Anfiteatro (di Stefano Ittar)
Sezione dell'Anfiteatro
Sezione dell'arena dell'Anfiteatro
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Trailer della ricostruzione virtuale dell'anfiteatro
romano di Catania realizzato dal team di ITLab, coordinato da Francesco Gabellone, ricercatore presso la sede IBAM CNR di Leccea.
Terme Achillee
Si trovano sotto piazza Duomo, sono completamente sotterrate. Si estendono fino a via Garibaldi.
In passato queste Terme furono chiamate “il bagno di Bacco”, perché all’interno vi erano degli stucchi che rappresentarono putti e tralci di viti.
Posto a un livello più basso del piano di calpestio e completamente nascosto alla vista, questo edificio, conosciuto con il nome di terme Achilliane, si estende fino alla parte sud della piazza. Una porta che si apre sul lato destro della facciata consente di accedere alla grande costruzione.
L'importanza di questo edificio termale è costituita dal fatto che esso conserva, ancora leggibili, le imponenti strutture dei diversi ambienti trai i quali spicca una grande sala rettangolare che misura 12 metri per 13 la cui volta è sostenuta da quattro pilastri. Le ariose volte, riprodotte in alcuni disegni settecenteschi, sono abbellite da stucchi con immagini di fanciulli, animali e viticci con grappoli d'uva. Le terme Achilliane erano forse le più grandi della città, furono costruite agli inizi del III secolo d. C. dal governatore di Sicilia, Lusio Labieno.
Pianta Terme Achillee
Il locale più ampio contiene una vasca quadrata per i bagni di fango e dentro la vasca vi era un telaio di ferro al quale si sostenevano i bagnanti.
Nella parte occidentale vi è un corridoio che porta ad un condotto moderno dove scorrono le acque del fiume Amenano. In fondo si intravedono le fondamenta della fontana dell’elefante.
Terme Achillee
(scavi all'interno della Cattedrale)
Le Terme dell'Indirizzo
Questo edificio termale, ancora in buono stato di conservazione, deve il suo nome al fatto che si trova parzialmente incorporato nell’ex convento di S. Maria dell’Indirizzo. A sua volta il convento carmelitano prende il nome dalla chiesa che sorse, secondo la tradizione, nel luogo dove era avvenuto un miracolo. Nel 1610 si recava, per la prima volta a Catania, il viceré di Sicilia Don Pietro Girone, duca di Qssuna, a bordo di una nave spagnola. Una terribile tempesta lo colse mentre si avvicinava alle coste catanesi e, preso dalla disperazione, invocò il nome di Maria; all’improvviso vide un raggio di luce che gli diede "l’indirizzo" da seguire per potere approdare sano e salvo dentro il porto di Catania; quando scese a terra poté verificare che la luce proveniva da un’icona della Madonna del Carmine. Al posto dell’icona, nel 1635, sorse una chiesa che, distrutta dal terremoto del 1693, fu riedificata insieme al convento dei padri carmelitani. Il grande edificio termale che si trovava nelle vicinanze del convento, venne inglobato nella costruzione e (forse anche per questo) si è conservato in ottime condizioni fino ai nostri giorni.
Terme dell'Indirizzo
La struttura architettonica e i materiali
Dell’antico edificio termale si conservano circa dieci ambienti chiusi dalle coperture originarie; alcuni gradini conducono a due locali rettangolari, collegati fra di loro; da essi è possibile raggiungere un complesso di vani situati a un livello più basso. Tra tutti questi ambienti il più grande, che mostra alcune aperture di forma rettangolare, ha forma ottagonale ed è coperto a cupola. In basso sono alcune nicchie.
Una delle caratteristiche più interessanti di questo monumento è che esso conserva, anche se in modo frammentario, resti di fornaci che servivano per il riscaldamento degli ambienti termali, condotti per la circolazione dell’aria calda e canali per il deflusso delle acque. Le mura sono costituite da un’anima in malta cementizia e un rivestimento in blocchi squadrati di pietra lavica; molto presenti i mattoni che sono stati utilizzati soprattutto nei passaggi ad arco.
Per quanto riguarda la cronologia delle varie fasi dell’edificio non vi sono ancora ipotesi molto convincenti; per alcuni studiosi va datato all’età imperiale avanzata. Le terme dell’Indirizzo, insieme alle terme della Rotonda e alle terme Achilliane, sono testimonianza di quanto fosse avanzato il grado di civiltà della Catania romana e tardo-romana.
pianta delle Terme dell'Indirizzo
sezione delle Terme dell'Indirizzo
Terme della Rotonda
Si trovano sulla via Omonima che è una traversa di un teatro Greco.
Terme della Rotonda
Queste terme riutilizzavano come luogo di culto cristiano la chiesa di Santa Maria della Rotonda detta anche Pantheom, che è formata da una grande sala rotonda ricavata dall’edificio Termale Romano.
Terme della Rotonda
Collocate a nord del teatro greco, le terme della Rotonda si presentano oggi inglobate nelle strutture di una chiesa bizantina il cui ingresso è sulla stretta via della Rotonda che sale verso la parte alta della collina, acropoli della città antica.
Gli scavi, condotti all'interno e all'esterno dell'edificio da Guido Libertini nel 1950, diedero la possibilità di distinguere una fase termale di et… ellenistico-romana, i rimaneggiamenti di epoca tardo-imperiale, e rilevare l'adattamento al culto cristiano avvenuto nel VI secolo d.C.; la chiesa, consacrata all'Assunta, sub le ultime trasformazioni nel XVIII secolo.
Dell'antico edificio termale rimane oggi una sala a pianta circolare iscritta in un quadrato, movimentata all'interno da una serie di archi e di vasche marmoree e con copertura a cupole.
L'adattamento dell'edificio a chiesa cristiana è identificabile nei resti del pavimento che si è sovrapposto alle vasche, nell'abside con catino in cui fu collocato l'altare maggiore e nelle due cappelle rettangolari inserite nelle due grandi vasche angolari.
Sono tuttora visibili nelle pareti interne tracce di dipinti raffiguranti probabilmente san Gregorio il Taumaturgo e, in una delle cappelle angolari del lato meridionale, la Madonna nimbata, ammantata, che sorregge il Figlioletto.
Terme della Rotonda
(interno)
Nella tradizione locale la Rotonda era conosciuta col nome di Pantheon e molti eruditi catanesi erano convinti che essa, originariamente luogo di culto pagano, fosse servita da modello per l'omonimo tempio romano. Per primo il principe di Biscaririconobbe nel monumento un edificio termale; seguirono la sua opinione viaggiatori com Jean Houel e gli studiosi che successivamente se ne occuparono.
Terme della Rotonda
(pianta e sezione)
Le terme romane e l’acropoli di Catania
Di fronte al Monastero dei Benedettini si custodiscono i resti di un edificio termale di età romana che testimonia la ricchezza di quest’area all’interno della quale sono stati ritrovati reperti archeologici, mosaici e tratti significativi di costruzioni antiche rivestite di marmi e raffinate decorazioni.
Superato il portone che immette all’interno del monastero si possono vedere le trincee di scavo che hanno portato alla luce interessanti frammenti di storia catanese antica.
L’area di scavo si apre su quella che fu la sommità della collina dell’acropoli (la parte alta delle città antiche) dove, grazie a una serie ininterrotta di campagne di scavo iniziate nel 1978 (a cura dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Catania) sono state scoperte tracce significative di frequentazione preistorica del sito (neolitico ed età del rame), materiali greci risalenti al VII secolo a.C., frammenti di tessuti urbani della Catania di età romana e delle fasi storiche che precedettero la catastrofe sismica del 1693.
Terme romane (Acropoli)
Secondo le fonti antiche (Tucidide) Katane (Catania) fu fondata nel 729 a.C. dagli stessi calcidesi che, provenienti dall’Eubea, avevano già fondato Naxos. La scelta del luogo fu probabilmente suggerita dalla presenza di terreni fertili e dell’acqua; non è un caso, infatti, che sulle monete della città compare l’immagine del fiume Amenano (oggi in parte visibile in piazza Duomo ai piedi dell’omonima fontana) che veniva rappresentato come un toro con la faccia di uomo e, in un secondo momento, come un giovinetto con la fronte munita di piccole corna.
Chiesa di S. Euplio
In via S. Euplio, proprio alle spalle dell’anfiteatro, si possono vedere i ruderi di una chiesetta, dedicata a S. Euplio, interamente distrutta dal bombardamento aereo dell’8 luglio 1943. Dalle pagine di una guida, pubblicata prima della distruzione, apprendiamo che la chiesa aveva un prospetto) in pietra calcarea esposto ad occidente con una porta e alcune decorazioni: una mitra poggiata su un libro chiuso e un bastone su cui è attaccato un campanello (simboli di S. Antonio Abate) e un libro aperto, emblema di S. Euplioprotomartire catanese. Erano presenti, anche, due altari laterali (uno con S. Antonio e l’altro con la Sacra Famiglia) e un altare centrale con le colonne. Le decorazioni erano costituite da dipinti murali con le storie di Euplio e Antonio davanti a Maria ed angeli, i quattro Evangelisti e la predicazione di S. Euplio e la sua apoteosi. Alcuni anni fa, in memoria di questa chiesa scomparsa, sono stati affissi alla parete tondi a rilievo con le immagini degli apostoli.
Chiesa di S. Euplio
(il Sepolcro)
All’ingresso della recinzione che custodisce i ruderi dell’antica chiesa di S. Euplio si vede una scaletta che conduce ad un locale sotterraneo.
Scesa tutta la scala si accede in una piccola camera molto umida e buia dalle pareti della quale emergono alcune pitture; sul fondo è un piccolo altare con tracce, ormai quasi completamente scomparse, di affreschi parietali.
Gran parte dell’ambiente è ricavato dentro la roccia; si vedono anche alcune nicchie laterali. Secondo studi recenti questo ambiente fu adibito a sepolcro.
Pianta Sepolcro alla Licatia
Pianta Sepolcro Chiesa della MECCA
pianta Arco di Marcello
L'arco fu innalzato per celebrare la vittoria del console Marco Claudio Marcello sui siracusani.
La distruzione avvenne nel 1169 a seguito del terremoto.
Resti dell'Acquedotto
L'acquedotto romano si diramava verso tre direzioni:
uno verso la Naumachia, uno verso la collina di Montevergine e uno verso la Porta del Re.
Naumachia, Circo e Ginnasio
Si trovano nei pressi del Castello Ursino. Furono coperti dalla lava della terribile distruzione del 1669.
Le necropoli di Catania antica
Le necropoli di Catania antica si estendevano soprattutto nell’area a nord e a est dell’anfiteatro, che costituiva il limite settentrionale dell’abitato. Le scoperte degli ultimi anni hanno portato alla luce un’ampia necropoli di età romana sotto i palazzi delle Poste e de La Rinascente. Ancora, a est della via Etnea nel primo cortile della Caserma Lucchesi-Palli nella piazza della Fiera del Lunedì, sono stati rinvenuti resti di una sepoltura romana. Un’altra zona fortemente interessata dalle necropoli antiche è quella che ruota intorno all’attuale piazza S. Maria di Gesù e al viale Regina Margherita. In via Gaetano Sanfilippo si trova una costruzione romana inglobata nel cortile di un palazzo moderno.
Essa è erroneamente chiamata Ipogeo (sottoterra) ma in realtà è visibile in tutta la sua interezza. Si tratta, in realtà, di un piccolo monumento funerario romano formato da una camera. All’interno dell’ospedale Garibaldi si trova un colombario rettangolare con 18 nicchie. Nel giardino di un edificio moderno del viale Regina Margherita è stato individuato un edificio sepolcrale di forma circolare a due piani. Sempre in questa zona, negli anni Cinquanta del nostro secolo, è stato scoperto dall’archeologo Giovanni Rizza il più grande e significativo complesso cemeteriale della Catania cristiana.
Resti sotto il Palazzo delle Poste
Sepolcro S. Maria di Gesù
Sepolcro nella selva di S. Maria di Gesù
Ricostruzione Sepolcro S. Maria di Gesù
Sepolcro di Stesicoro
Sezione Sepolcro alla Licatia
Scavi a Piazza Dante