dal web: notiziecatania.it
Il Castello Ursino fu fortemente voluto da Federico II di Svevia nel XIII secolo per una difesa costiera più ampia. La realizzazione fu affidata all’architetto Riccardo da Lentini che lo collocò su un promontorio all’epoca imprendibile.
Il Castello Ursino è sede del Museo Civico di Catania dal 20 ottobre 1934. Ospita le raccolte civiche in cui sono presenti le sezioni archeologiche: Medievale, Rinascimentale e Moderna. Vi sono ben 8043 pezzi tra reperti archeologici, epigrafi, monete, sculture, pitture, sarcofaghi fittili greci, romani, mosaici. Sono presenti, infatti, vari reperti archeologici provenienti da Catania e non solo; Paternò, Centuripe, Lentini, Roma, Trapani, Caltagirone (ceramiche), Ercolano, Camarina. Inoltre si conserva la statua fittile di Kore trovata ad Inessa-Civita in territorio di Paternò.
REALTA’ O LEGGENDA?
Si dice che oltre ad essere un Museo sia un luogo di manifestazioni extrasensoriali. Almeno queste son le voci che girano.
Si parla, infatti, di porte che si aprono e chiudono a proprio piacimento, di oggetti che si muovono senza che qualcuno li abbia direzionati, di lamenti ed urla che terrorizzano i visitatori. Visitatori che spesso trovano nelle loro foto la materializzazione di fantasmi o altre presenze che forse l’occhio della macchina fotografica riesce a cogliere a nostra insaputa.
E’ come se si entrasse in contatto con uomini e donne di altre epoche. Dire “uomini e donne” è sicuramente poco corretto. E’ ciò che ne rimane o, per gli scettici, rimarrebbe.
In tutti i casi, in un modo o nell’altro, tutte queste presenze hanno fatto parte della storia del castello Ursino.
Ma quali soprusi e violenze si sono tenute dietro quelle mura?
Quali terribili storie di sangue tormentano ancora oggi quelle anime?
Custodi ed altri lavoratori dell’odierno museo (e pinacoteca) si confessano testimoni di apparizioni e manifestazioni di spiriti e fantasmi. Ma preferiscono non svelarne i dettagli per “non offendere quelle anime che vagano per il maniero”.
Le vittime più probabili sono quei catanesi che si erano opposti alla realizzazione del castello e che il re aveva “affogato nel loro stesso sangue”.
Che siano loro ancora oggi a non trovare pace?