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Sono numerosissime in tutta l' isola, le manifestazioni che hanno luogo in occasione dei riti commemorativi della "Settimana Santa". Inoltre, numerose feste di piazza, riti dal sapore arcaico, cortei e giostre medievali, dove sacro e profano si intrecciano e si fondono. Fra le tradizioni più antiche, che sopravvivono a dispetto dei tempi, vi è quella, legata alla festività dei morti, nei primi di novembre, di regalare ai bambini pupi di zucchero detti anche "pupi a cena". Sono statuine colorate, bardate d'oro e d'argento e dipinte a mano, che raffigurano i paladini del teatro dell' Opera dei pupi.
Ricordiamo poi la festa di "Santa Lucia", il 13 dicembre, in questa occasione è consuetudine, preparare la "cuccia", un piatto a base di grano duro, latte e pezzi di cioccolato. La tradizione siciliana non trascura San Giuseppe, che viene festeggiato ovunque con magnifiche tavolate imbandite. Ma a Salemi, in provincia di Trapani, e a San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, che sopravvive l' usanza più antica, che è quella di ornare gli archi del paese con particolari forme di pane, i cosiddetti "pani votivi".
Ovviamente hanno una notevole importanza le feste del "Santo Patrono", come quella di "Santa Rosalia" a Palermo, di "Sant'Agata a Catania, "San Sebastiano" ad Acireale, la "Madonna del Ponte" a Caltagirone, ecc...ecc...
Ma quali sono le tradizioni popolari di Catania?
Tra quelle che hanno solide radici, un posto eminente hanno i festeggiamenti in onore di Sant'Agata, patrona della città. Le donne, secondo un'usanza viva a Catania sino alla metà dell' '800,
svolgevano un ruolo in questa importante festa cittadina, che richiamava l'attenzione di viaggiatori e degli studiosi del folklore. Le " 'ntuppateddi", donne di ogni classe sociale, che nel
pomeriggio del 4 e 5 Febbraio (ma anche in occasione del Carnevale) erano libere di uscire non accompagnate e, mescolandosi alla folla che seguiva la processione Agatina, chiedevano in regalo,
dopo aver invitato il cavaliere di turno con gesti eloquenti, dolci o altro. Avevano il capo coperto ma in modo da avere libero solo un occhio, cosi' da poter vedere, ma non essere viste!
Altra tradizione tipicamente Catanese, a Pasqua, è lo scambio dell'agnello e del dolce tipico chiamato "Aceddu cu l'ovu" o "Cuddura cu l'ovu". L'agnello è confezionato con pasta reale o martorana
e viene regalato dalla fidanzata al fidanzato, mentre l' "Aceddu cu l'ovu", preparato con chiodi di garofano e uova tanti quanti sono gli anni del fidanzato, viene regalato dall'uomo alla
fidanzata.
Altra tradizione è quella legata al 24 Giugno, la festa di Giovanni Battista. In questo giorno si notavano in città movimenti insoliti di persone con in mano vasi di basilico con un bel fiocco
rosso. Erano i "compari" e le "comari" che si scambiavano il vaso di basilico in segno di rinnovata amicizia.