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La zona dei paesi etnei è delimitata geograficamente dal fiume Alcantara a nord che la divide dai monti Peloritani e Nebrodi in provincia di Messina. A ovest e a sud il fiume Simeto segna il confine con le alture dell'ennese. A valle il Simeto scorrendo nella piana di Catania separa la zona dei paesi etnei dal sistema montuoso ibleo. Infine ad est la zona è delimitata dalla costa ionica. La superficie totale della zona considerata è di circa 1.500 Kmq
La fauna e la flora sono quelle tipiche mediterranee con peculiarità dovute all'altitudine del vulcano Etna, che in alcune aree presenta specie come la betulla molto più diffusa ad altre latitudini. In questa area è presente anche la tipica ginestra etnea che si sviluppa come un albero, al contrario delle altre specie di ginestra che hanno uno sviluppo come cespuglio. La regione è interessata da migrazioni stagionali di uccelli che, usando la vicina piana di Catania come punto di sosta, si spostano tra Africa ed Europa e viceversa. L'elemento che invece caratterizza fortemente la microregione è la sua origine vulcanica che con sciare e boschi, sempre più presenti all'aumento dell'altitudine, la cui vegetazione mette radici in pietre, rocce, e terra di colore nero creano il peculiare paesaggio locale. Il vulcano Etna influenza l'attività umana e crea con la sua azione un paesaggio che, oltre le tipiche sciare, presenta dei rilievi montuosi di origine eruttivo-piroclastica chiamate "colline etnee". Queste sono presenti in particolare nel territorio comunale di Nicolosi, Trecastagni, Pedara, Zafferana Etnea. Le colline possono essere coltivate con terrazzamenti o meno come le pendici di tutto il monte, o ricoperte da vegetazione e boschi spontanei, o ancora come nel caso dei Monti Rossi anche da pinete create appositamente. Un tempo, almeno sino alla fine dell'Ottocento era possibile vedere, visitando le pendici del vulcano, animali quali il cinghiale, il lupo, e alcune specie di ungulati. Oggi sono presenti comunque volpi, conigli, istrici, lepri, gatti selvatici (rari), donnole, ricci. Non mancano i rettili come il ramarro, la lucertola e la vipera. Infine da ricordare la suddetta presenza di volatili quali l'aquila reale, il falco, lo sparviero, la poiana, ed il barbagianni oltre ad aironi, anatre e cicogne nelle zone più umide. Lo sviluppo edilizio, la popolazione umana, la caccia e l'inquinamento hanno portato all'estinzione o alla notevole riduzione di diverse specie riguardo alla microregione etnea.
I comuni appartenenti a questa zona sono caratterizzati da un centro storico con chiese, cattedrali e palazzi antichi in pietra. Le costruzioni più recenti sono in cemento armato. Alcuni centri presentano vicoli e strade strette nella parte più antica; altri hanno una impostazione viaria a scaccchiera dovuta a ricostruzioni dopo distruzioni in seguito ad eruzioni vulcaniche e relative colate laviche: il caso più evidente è quello di Belpasso. Catania, il centro principale, ha una struttura stradale ortogonale, con le vie che l'attraversano da est ad ovest e da nord a sud intervallate regolarmente da piazze. Tutti i comuni presentano in maniera più o meno evidente e diffusa palazzi in stile barocco siciliano sviluppatesi in seguito al terremoto del 1693. Le strade e le piazze, ma anche chiese e palazzi, (come le chiese nere di Mascalucia e Pedara), presentano basolati e marciapiedi in pietra lavica locale estratta e lavorata da apposite cave a cielo aperto. In passato era usata la rena rossa per realizzare malte e cemento, usati in muratura e architettura, estratta in cave sotterranee.
Gli abitanti sono stimati in 950.000. Catania con circa 293.000 abitanti è di gran lunga il centro maggiore, fulcro della relativa area metropolitana, ovvero la metà sudorientale dei paesi etnei, e del cosiddetto arco etneo. Superano i 40.000 abitanti singoli comuni come Paternò, Acireale e Misterbianco. Diversi comuni contigui come Giarre, Riposto, Gravina di Catania, Mascalucia insieme a centri minori formano conurbazioni, più o meno integrate con l'area metropolitana catanese. Questi centri hanno avuto negli ultimi decenni uno sviluppo edilizio enorme che ha portato alla scomparsa di numerose aree naturali (sciare e qualche bosco) o rurali.
Oltre alla festa di Sant'Agata, ricadente il 5 febbraio e celebrata nella città di Catania, per quanto riguarda la fede cattolica seguiti sono il culto dei Santi Alfio Cirino e Filadelfo presso Trecastagni. Numerosi i santuari mariani presenti in zona come quello di Valverde o di Mompileri. Come l'intera Sicilia ed il resto del mediterraneo sono presenti vigneti, uliveti, e agrumeti. Le produzioni locali più conosciute sono le fragole di Maletto, il miele di Zafferana, i pistacchi di Bronte ed i fichi d'india a Belpasso. Molto più famosi anche fuori dai paesi etnei i vini dell'Etna prodotti con alterne vicende almeno dal medioevo nella forma con terrazzamenti come la conosciamo oggi. Il vitigno più famoso è il Nerello mascalese.