STESICORO
La Sicilia è stata culla della poesia greca più antica: fra questi poeti di tanti secoli fa un posto notevole, anche se di lui ci sono pervenuti frammenti e la sua vita è avvolta nella leggenda, meritaStesicoro, nato ad Imera intorno al 630 a. C. col nome di Tisia.
Il soprannome di Stesicoro, che significa ordinatore di cori, gli fu attribuito dalla tradizione che gli assegna il merito di avere ordinato la triade strofica, cioè il metro della poesia classica, in tre parti: strofe, antistrofe, epòdo. Scrisse canti per celebrare le imprese del tiranno agrigentino Falaride presso cui soggiornò a lungo, ma da cui fu costretto all'esilio, essendo caduto in disgrazia. Viaggiò nel Mediterraneo fra Sparta e Tebe e descrisse un'ecclisse di sole avvenuta nel 557 a. C., di cui fu testimone nel suo girovagare.
Compose ben ventisei libri di carmi in lingua dorica ispirandosi alla guerra di Troia, al mito di Eracle, componendone anche le musiche. Una leggenda narra che avendo scritto contro la bella Elena, causa della guerra di Troia, i Dioscuri, le divinità nate da Leda e da Giove, gli tolsero la vista, finché il poeta non scrisse una Palinodia di Elena, ritrattando quanto aveva detto contro la bella regina di Sparta, celebrandone le virtù.
Fu mandato in esilio dall'Arcadia e, venuto a Catania, fu imitato da molti discepoli; morì in tarda età in questa città e gli storici dicono che la sua tomba sorgesse appunto nella piazza che oggi prende il suo nome, dove si trovava il Cinema Olimpia, oggi McDonald's.
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